Tutto si ferma dentro di me, mentre tutto si muove attorno. Formiche sulla piazza, come a distanza sociale dal Duomo, le palme che si lasciano guidare dal vento, i preparativi per gli addobbi a Milano.
Un giorno di gelido calore, un angolo incantato in cui luce e ombra si contendono il mio viso, una sensazione devastante poterti sfiorare e poi no davvero.
È quando sei così vicino che mi ricordi quanto insopportabilmente sei stato lontano da me. Di molto ciò che ho smarrito, provo soltanto sollievo.
Non te, borgo e metropoli, con il tuo simbolo scavato nell’eternità. Potrei sfiorarti, ora, ma resterò a guardarti ed è molto di più.
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