Se ripenso a quando mi chiesero di scrivere la tua storia, faccio fatica a orientarmi in tutti i dubbi che mi stavano frenando. Non averti conosciuto e non essere di Como, i più immediati.
Poi, un'immagine ha spazzato via tutto. Ero in un ufficio, con il cielo indeciso tra sole e tempesta, quando mi raccontarono di te bambino, come nella foto che mostri: solo, a dover raccogliere l'erba per il fieno ad appena dieci anni mentre le nubi si avvicinavano. Ma più veloci furono le persone che vollero accorrere per il ragazzino rimasto senza papà.
Un dono che hai voluto restituire infinite volte nella tua vita e che è arrivato fino a me. Perché anche se non ti avevo conosciuto, tu sembri aver conosciuto me. Sei entrato nella mia esistenza, mi ci hai fatto guardare dentro, mi hai aiutato a prendere le decisioni, mi hai permesso di incontrare un'altra famiglia e condiviso i tuoi amici.
Mi hai cambiato la vita in silenzio, Giannino Brenna, e se oggi penso che avresti compiuto 90 anni, mi commuovo. Perché, a tratti, vedo ancora il bambino che mi ha preso per mano. E mi guidava lui.
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