Mentre ti saluto nel mio cuore, ritrovo la rosa sbocciata in questo incerto dicembre: raggiunto lo splendore che ha donato a tutti, inizia a congedarsi tra il freddo e le spine.
Tu, l'hai appena fatto. Così penso che questo sei stata per me, per noi: l'ultima rosa di quest'anno in cui abbiamo combattuto, ma mai come te. E come questo fiore, hai donato i tuoi colori giorno dopo giorno, fino all'ultimo, a chi amavi.
Sei stata un'amica unica per la mamma, il suo conforto quotidiano: sì, anche quando eri tu ad aver bisogno di conforto, lo donavi spontaneamente a lei. Sei stata la sua roccia, la sua luce, la sua certezza e ora le ripeto che continuerai ad esserlo, tra gli angeli. Le dico tutti quelli che incontrerai lassù, tuo marito, i tuoi genitori... Chissà come sarà elegante la zia Antonietta e lo zio Angioletto altri colori ti offrirà perché tu li possa subito donare. Vedrai il mio papà, il nonno Giannino, poi tutti coloro ai quali dobbiamo l'essere sbocciati qui.
Ma devo ripeterlo tutto ciò ad alta voce dentro di me, perché risuoni più forte delle lacrime. Perché mi mancherai, presenza buona e discreta, alla quale devo tanto, più di quanto io sia riuscita a confessarti. A Natale sono riuscita solo a dirti ciò che conta: che ti vogliamo un mondo di bene.
Quanto mi hai aiutata, trovando il consiglio e il modo giusto nei momenti più complicati. Quanto ci sei stata, semplicemente, dolcemente.
Ti devo anche il mio Willy, lo sai, quel rifugio dell'anima e pegno di mio padre, che il mondo ha cercato comunque di ferire. Mi sarebbe mancato un pezzo importante di me stessa, senza.
Grazie per i colori posati su questa nostra vita, Nella. Con una naturalezza che non conosce inverno, ci hai accompagnati e pacatamente spronati; così ci siamo trovati come sospinti con la delicatezza di una rosa, quasi stupiti di essere andati avanti con i nostri esili passi.
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