Ma tra una settimana - domenica 27 ottobre alle ore 11, Unesco Visitor Centre Crespi d'Adda, corso Manzoni 18 - la cornice è particolarmente significativa. Una parola anzi inadeguata, e sostituisco subito "casa" a "cornice". A Crespi e al festival di letteratura del lavoro Produzioni Ininterrotte: un'opportunità di cui sono grata.
Crespi d'Adda significa tanto, tantissimo per me. Per la donna che ha cercato di conoscere meglio il lavoro e di raccontarlo, sui giornali e poi in questo romanzo. Per la discendente di tessili, mi emoziona molto ricordare che la mia bisnonna era una Crespi Tengitt: quel filo, l'ho sempre sentito tanto, tantissimo. Per l'amica, e qui si riannoda tutto: Crespi d'Adda per me è Francesco Bonfanti, il suo benvenuto, il suo tocco di cantastorie che non narra esistenze altrui, ma ti trasporta dentro un mondo che è anche il suo.
Penso che a Crespi, come in altri posti, si sono unite per lavorare persone molto diverse, anche di provenienza. Si saranno sentiti forestieri talvolta, forse spesso, e ciò che facevano, come venivano accolti poteva attenuare queste sensazioni e così plasmare una comunità.
In questi mesi ho ascoltato tante altre storie, che riguardano le imprese e di persone venute da lontano, in cerca di speranza. È ciò che vogliamo tutti, la speranza, in un universo di solitudini da scrollare via.
Sarò felice di presentare Mario e Malik, le pagine da loro percorse, i dubbi, le arrabbiature, i sorrisi.
SAGGISTICA Mario è un piccolo imprenditore che si sente forestiero nel suo Paese. Finché incontra Malik e fa qualcosa di cui non si sarebbe mai creduto capace. Un incontro tra due (e più) solitudini, un viaggio nell’impresa di oggi, le sue sfide, i suoi drammi, i suoi momenti lievi: in una parola, la sua umanità
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