lunedì 30 dicembre 2024

Il valore di fare impresa (e di fare la differenza)

 



Partire e ripartire: due azioni che spesso si fondono nelle storie esplorate da Alessandro Scaglione con il suo libro "Italia, che impresa!" (GueriniNext). Si inizia a scolpire un sogno oppure lo si prende in mano da chi l'ha affidato, o ancora gli si mettono nuove ali dopo un ostacolo, una battuta d'arresto o un'ispirazione differente.

Un moto perpetuo si propaga da queste pagine, in modo contagioso.  Come ben rammenta Alma Maria Grandin, raccontare storie di imprese di successo è sempre stato il chiodo fisso di Alessandro. Già nella prefazione, affiora una tra le parole chiave che guidano in questo viaggio, valore. È un termine potente, che questi tempi hanno talvolta soffocato o deviato, ma qui emerge nella sua natura più autentica. 

Il viaggio è appassionante, anche perché sa sorprenderci, che ci parli di personaggi (ma sono persone) famosi o figure meno note, di aziende con centinaia, migliaia di dipendenti o poche decine. Ci stupisce ad esempio vedere Giorgio Armani a 84 anni mentre sistema gli abiti sui manichini delle vetrine, ma poi sì, ci arriva quel delizioso "promemoria": questa volta però gli abiti e il negozio sono i suoi. È un riferimento in tutto il mondo, Armani, ma ci sono gesti che gli appartengono da sempre e che lo rivelano ancora oggi per la perenne attenzione al particolare, la passione, il gusto.

Ecco che camminiamo accanto ai protagonisti "contro un destino avverso" o ci sentiamo trascinati dall'esempio degli "inarrestabili". Personalmente, trovo irresistibile una frase di Benedetta Bruzziches: «Molte volte ho perso tutto e ricominciato. Ma non ho mai perso la mia battaglia affinché il perché e il per chi avessero la meglio sul come».

Partire e ripartire...

Ma poi non può non emozionare Mario Pavesi, con la quinta elementare, che parla per lo più in dialetto, fa calcoli alla perfezione per la sua azienda e ha dei numeri magici e silenziosi: quelli vergati sull'agendina per portare avanti iniziative di responsabilità sociale. Altro tratto distintivo, quest'ultima, che si chiami così o che abbia preceduto questo nome.

Questi imprenditori non si prendono cura solo di mura e prodotti, ma di una famiglia dai confini vasti e irrinunciabili, che comprende i dipendenti, i clienti, i fornitori, il territorio, le realtà che hanno bisogno di un sostegno per poter coronare necessità e sogni degli altri.

Famiglia. È il filo rosso di questo e di altri racconti, e non può non emozionarmi la dedica di Alessandro. 

«A mia madre Maria Vittoria, che con mio padre decise di adottarmi quando avevo nove mesi, insegnandomi il senso della famiglia come comunità di persone prima che vincolo di sangue». 

Sì, è un libro che ispira, motiva, sprona, quello di Alessandro Scaglione, che si voglia guidare un'azienda o realizzare un proprio sogno (labile, la frontiera). Un'ispirazione per tanti, perché trasmette il valore di fare impresa come di fare la differenza.


Tutto sul libro QUI

venerdì 27 dicembre 2024

Esserci

 

La tua rubrica stretta tra le tue mani trasparenti, stasera con maggior forza: si è spenta un'altra amica, una voce che ti dava conforto. 

Non posso riempire questi vuoti e attutire le tue, le nostre paure. Osservo il rituale a una finestra che devo chiudere, mi nutro di quella luce sfuggente e bellissima e mi ritraggo in tempo per non perdermi nel buio incalzante.

Ti dico che sei stata fortunata, per le tante persone che ci sono state.

Esserci, quello che manca sempre più oggi. Una telefonata, un messaggio, una risata, un labbro morso per trattenere una lacrima. Tutto è centellinato da mezzi senza fine come i cellulari, svuotati come i nostri sentimenti, da vanità pressanti, da egoismi che divampano solo perché tu non ti accorgevi che già covassero sotto le ceneri.

Essere, quello che cerchiamo, forse disperatamente: domanda senza risposta, viaggio senza fine, respiro senza ruoli.

Esserci, è quello che provo a fare con te, che hai saputo esserci e ti ostini a cercare di esserci per tanti, aggrappata a una rubrica che si assottiglia.



giovedì 26 dicembre 2024

La leggerezza di non saper impacchettare

Avevo escogitato un post simpatico per scusarmi. Ecco due parole già sbagliate, una sbagliatissima: scusarmi. 

In un'altra vita ero un'impacchettatrice, dote che ho trasportato dentro quest'esistenza.

Sono un disastro a fare pacchetti, così come in altre arti tipo fare a maglia o disegnare. Sono molto brava a smontare le cose, questo sì; a volte, le rimonto persino. 

Mi perseguita il ricordo dell'oratorio che abbandonai dopo poche settimane, perché dovevo imparare a ricamare. Ma in queste ore di goffo tentativo di riordino ho scoperto sul mio diario un'affermazione proprio ereditata da suor Silvana (che non rammento, io ho in testa solo suor Adriana, mitica figura dell'asilo) durante quelle settimane estive in cui avrei voluto calpestare la terra dei giochi con la palla, altro che tenere l'ago in mano.

Non bisogna sciupare la propria vita.

Sciuparla, significa anche ostinarmi a confezionare un ottimo pacchetto, operazione che non mi vede - solo - incapace, bensì pure poco interessata.

Soprattutto, non mi va di intestardirmi su ciò che so fare oppure no.

In questi mesi di lotta silenziosa, ho maturato più che mai il desiderio di capire chi sono, non ciò che faccio. Di fuggire da capacità, ruoli, funzioni. 

Il bello di non saper impacchettare è saper fare tante altre cose oppure nessuna. È guardarsi dentro e prendersi per mano, non con una definizione facile in mano di se stessi, ma almeno un placido tentativo di essere, più che esserci. 

È una leggerezza indicibile, una delle liberazioni che maldestramente sto imbastendo o mi stanno donando (probabilmente, entrambe le cose) in questi ultimi anni: lasciar cadere ciò che non ci caratterizza, nel proprio cammino, nelle scelte, nelle relazioni.  

mercoledì 25 dicembre 2024

L'arrivo di Natale proprio oggi e il ragazzino che non ho abbracciato

 






Natale è arrivato proprio oggi, la luna ancora indecisa se allontanarsi o accoglierlo a modo suo. Nella chiesa dove vado raramente, ma dove so che è intrecciato l'avvio della mia fragile vita grazie a un prete umile e travolgente, me l'hanno ricordato.

Ho accumulato tante assenze, ma poche reali: sono quelle dettate non dal corso della vita, ma dall'umano attaccamento alle cose prima che alla persone. E alcune presenze, che sono un dono altrettanto inatteso quindi di valore incommensurabile.

In questo anno che mi ha strappato tanto, mi sono trovata a pensare che questo è forse il Natale più bello. Perché ho un regalo ancor meno scontato, colei che mi ha dato la vita e che vedevo minacciata dall'oscurità: non abbiamo meritato niente, abbiamo pregato tanto. Io la vedo mangiare, cantare melodie natalizie, commuoversi alla telefonata inattesa di un'amica da tempo lontana. 

Non so come dire grazie, se non mormorare così: non importano le nostre fatiche, o forse proprio esse importano. Questo è il Natale più bello.

Così dopo una giornata intensa mi prendo alcuni minuti per camminare tra un falso buio e anche più fallaci luci. Di fronte alla mia chiesa, quella di sempre e da sempre, scorgo il parroco che distribuisce Gesù Bambino. Nell'aria vince un sorriso, che è anche il mio. 

Ma poi, quando sono vicino a casa, sfioro un padre e un bambino. Hanno un tono serio di quelli che feriscono e difatti il ragazzino sospira: questo è il Natale più orribile.
Vorrei fare dietrofront e dirgli che no, non è così. Ma non ne ho alcun diritto, non so cosa stia attraversando. Ho la tentazione, non il coraggio, di rincorrerlo e abbracciarlo.

Pochi passi e sono a casa, in un tepore insperato. Questa mattina, al cimitero ho abbracciato tanti di quelli che mi mancano davvero. Quelli che si sono allontanati, non mi mancano affatto.

Perché Natale è arrivato proprio oggi e io ho troppo da fare: tenere stretta la mia mamma per un istante in più, pensare a come cambiare, meditare su un progetto, lasciar andare le cose. Quest'ultimo - me lo ricorda con una riflessione impeccabile, plasmata nella vita, il mio maestro di yoga - è il pensiero più urgente.
Non attaccarsi a niente e nessuno, ringraziare per tutto, camminare come si può e come si deve.

Natale è arrivato proprio oggi e io avverto la gratitudine per ciò che mi accompagna e ciò, chi ho perso. So persino che un giorno quel ragazzino vivrà un magnifico Natale.

Natale di Gesù. Lo legge ad alta voce mamma sul calendario e pensa che verrà oggi, verrà sempre.

venerdì 20 dicembre 2024

Prioritariamente (tanto Natale per te)


Per quanto questo vento sappia sbuffarmi contro, l'aria qui sembra così tranquilla. Sarà che ho sparso tanto Natale, tanto Natale per te, mamma. 

Quando ti eri preoccupata del mio primo Natale, avevo solo sei mesi e ti industriasti con papà per farmi stringere tra le manine un dono che restasse per sempre: che io lo capissi o no.

Adesso vorrei che questo Natale fosse solo per te. Un fiume di calore, in questo mare di vita in cui ci sono pochi scogli a cui aggrapparsi per riprendere fiato.

Prioritariamente tu: grazie a te, ho preso decisioni anche dolorose, ho tranciato le mie radici più profonde e scoperto il vuoto di legami inesistenti, ho acquisito consapevolezza di grandi solitudini e di angeli nascosti.

Ora ti osservo mentre vuoi essere perfetta, io che ci ho rinunciato da decenni. Forse ti scapperà ancora un bacio oppure troverai il difetto nel mio allestimento, ma ciò non cambia che prioritariamente ci sei tu e tutto il resto è sbiadito. Anche tutto quel vociare fuori si è spento. Perché ci sei tu.

sabato 14 dicembre 2024

La luna e tu più di lei

 


Nascosta dietro il tetto, attira la nostra attenzione gettando il candore sul terrazzo. Un tappeto morbido steso sul pavimento, che ci invita a giocare. Del resto, le lucine natalizie appese accanto hanno già risposto.

Allora alziamo lo sguardo e appare lei, che sembra rubare la scena ma non può rubare ciò che è già suo. La luna sopra il monte di luci, indifferente anche a un aereo che graffia il cielo, a tutto l'urlare di colori nel silenzio di Natale. Così distante da poterci abbracciare in un momento, e del suo abbraccio ho bisogno oggi più che mai, dopo aver attraversato tanto apparire e poche, infinite sincerità.

Come le tue piccole mani che vogliono mettere monete per accendere una candela e quando lo faccio io, la vera luce ancora una volta sei tu. Stella mia da un mattino lontano, sangue di chi mi ha dato la vita, amica da sempre e per l'eternità in cui credi fermamente, il tuo sguardo fisso sulla Madonna: come splendevi anche oggi, più di tutto e tutti. Più della luna di questa sera, che pur vorrei portarti, ma i tuoi occhi - da cui ho visto uscire troppe lacrime - sono chiusi da ore.

Spero che ci pensi lei a scivolare verso di te, che ti svegli per un attimo solo e ti faccia vedere ciò che so che desideri prima di trasportarti in un sogno. 

domenica 8 dicembre 2024

Un'allegria anzitempo (e contro il tempo lottare un poco, ancora)

 


È scivolata via anche la pioggia: me ne accorgo da un vago rossore e corro fuori come una bambina. Prima più potente, poi come una carezza al campanile da cui potrebbero giungermi le tue note presto. La renna, non si lascia disorientare, anzi si veste di un'allegria anzitempo.

L'agenda si riempie di incontri che mischiano le mie vite, tu stai vergando biglietti fiduciosa e io mi sento tentata da quel rossore allegro, facendo cadere un bacio per caso e annegando una lacrima perché contro il tempo lotto un poco, ancora.


mercoledì 4 dicembre 2024

Fuasté con Progetto Cultura a "Più libri più liberi" - ROMA

 


Fuasté a Roma. Sembra un titolo nel titolo, ma è soprattutto una gioia poter avere un'ulteriore occasione di incontro con la Fiera "Più libri più liberi". 

Progetto Cultura - casa editrice romana a cui sono grata per aver creduto nel mio libro, con parola "esotica" sfidante nel titolo poi -  anche quest'anno sarà infatti  alla "Nuvola" dell'Eur (viale Asia, 25 - Roma) dal 4 all'8 dicembre (orario 10-20). Si troverà allo stand A64 con i suoi libri, tra cui il mio.  

Mi spiace non poterci essere fisicamente, perché sarà una fiera bellissima e lo stand della casa editrice sicuramente ricco di storie speciali.

Ma parla per me questo libro in cui ho creduto tanto e che mi ha permesso di incontrare "forestieri" lettori capaci di darmi grandi emozioni.

https://plpl.it/espositore/progetto-cultura/

IL MIO LIBRO QUI