Nascosta dietro il tetto, attira la nostra attenzione gettando il candore sul terrazzo. Un tappeto morbido steso sul pavimento, che ci invita a giocare. Del resto, le lucine natalizie appese accanto hanno già risposto.
Allora alziamo lo sguardo e appare lei, che sembra rubare la scena ma non può rubare ciò che è già suo. La luna sopra il monte di luci, indifferente anche a un aereo che graffia il cielo, a tutto l'urlare di colori nel silenzio di Natale. Così distante da poterci abbracciare in un momento, e del suo abbraccio ho bisogno oggi più che mai, dopo aver attraversato tanto apparire e poche, infinite sincerità.
Come le tue piccole mani che vogliono mettere monete per accendere una candela e quando lo faccio io, la vera luce ancora una volta sei tu. Stella mia da un mattino lontano, sangue di chi mi ha dato la vita, amica da sempre e per l'eternità in cui credi fermamente, il tuo sguardo fisso sulla Madonna: come splendevi anche oggi, più di tutto e tutti. Più della luna di questa sera, che pur vorrei portarti, ma i tuoi occhi - da cui ho visto uscire troppe lacrime - sono chiusi da ore.
Spero che ci pensi lei a scivolare verso di te, che ti svegli per un attimo solo e ti faccia vedere ciò che so che desideri prima di trasportarti in un sogno.
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