Natale è arrivato proprio oggi, la luna ancora indecisa se allontanarsi o accoglierlo a modo suo. Nella chiesa dove vado raramente, ma dove so che è intrecciato l'avvio della mia fragile vita grazie a un prete umile e travolgente, me l'hanno ricordato.
Ho accumulato tante assenze, ma poche reali: sono quelle dettate non dal corso della vita, ma dall'umano attaccamento alle cose prima che alla persone. E alcune presenze, che sono un dono altrettanto inatteso quindi di valore incommensurabile.
In questo anno che mi ha strappato tanto, mi sono trovata a pensare che questo è forse il Natale più bello. Perché ho un regalo ancor meno scontato, colei che mi ha dato la vita e che vedevo minacciata dall'oscurità: non abbiamo meritato niente, abbiamo pregato tanto. Io la vedo mangiare, cantare melodie natalizie, commuoversi alla telefonata inattesa di un'amica da tempo lontana.
Non so come dire grazie, se non mormorare così: non importano le nostre fatiche, o forse proprio esse importano. Questo è il Natale più bello.
Così dopo una giornata intensa mi prendo alcuni minuti per camminare tra un falso buio e anche più fallaci luci. Di fronte alla mia chiesa, quella di sempre e da sempre, scorgo il parroco che distribuisce Gesù Bambino. Nell'aria vince un sorriso, che è anche il mio.
Ma poi, quando sono vicino a casa, sfioro un padre e un bambino. Hanno un tono serio di quelli che feriscono e difatti il ragazzino sospira: questo è il Natale più orribile.
Vorrei fare dietrofront e dirgli che no, non è così. Ma non ne ho alcun diritto, non so cosa stia attraversando. Ho la tentazione, non il coraggio, di rincorrerlo e abbracciarlo.
Pochi passi e sono a casa, in un tepore insperato. Questa mattina, al cimitero ho abbracciato tanti di quelli che mi mancano davvero. Quelli che si sono allontanati, non mi mancano affatto.
Perché Natale è arrivato proprio oggi e io ho troppo da fare: tenere stretta la mia mamma per un istante in più, pensare a come cambiare, meditare su un progetto, lasciar andare le cose. Quest'ultimo - me lo ricorda con una riflessione impeccabile, plasmata nella vita, il mio maestro di yoga - è il pensiero più urgente.
Non attaccarsi a niente e nessuno, ringraziare per tutto, camminare come si può e come si deve.
Natale è arrivato proprio oggi e io avverto la gratitudine per ciò che mi accompagna e ciò, chi ho perso. So persino che un giorno quel ragazzino vivrà un magnifico Natale.
Natale di Gesù. Lo legge ad alta voce mamma sul calendario e pensa che verrà oggi, verrà sempre.
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