Tu quoque, Ace Frehley. Però, pure questa volta ti abbiamo visto ancora in piedi. E' un periodo in cui i nostri musicisti cadono come mosche. Nella doccia, sul o dal palco. Suscita pensieri maligni o realistici, conoscendo alcuni di loro, ma se provi sincero affetto, oltre alla preoccupazione, non puoi che guardare alla fase successiva. Quando si rialzano, si rimettono in pista.
Purtroppo scrivono anche biografie dei loro gruppi - ahi ahi Ace - e questo ci piace meno, perché nessuno è perfetto e vogliamo continuare a credere in brandelli di favole. Ma pazienza.
Vedi, Ace, sei il primo chitarrista del quale - da piccola - ho ammirato intensamente gli assoli. La porta del rock, me l'hai spalancata tu. Poi, il fatto che tu indossassi la maschera dell'extraterrestre mi ha aiutata a tifare per te, perché anch'io avevo tanto bisogno di Spazio.
Poi sono rimasta fedele al credo dei pregiati S&S, Simmons and Stanley:
no drugs or alcohol, only rock'n'roll. Ma l'affetto e la preoccupazione per te sono rimasti.
Sei l'extraterrestre che dalle pene mi portava via. Ora, detesto quando cadi. Ma accidenti, ci vuole grinta ad andare avanti a suonare... E adoro quando ti rialzi.
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