Non ci sono favole nella vita, e Pinocchio forse è la prima storia che me l'ha raccontato. Sfogliando le pagine e intercettando gli occhi fragili di "mastro" Manfredi, ho compreso che sarebbe stato difficile trovare un riparo. Anche da me stessa.
Poi, nella terapia che mi spinge talvolta a spegnere tutto e nutrirmi di un buio luminoso, scelto proprio questo film.
La vita e la fantasia scorrono ugualmente crudeli o almeno disarmanti, come le nostre debolezze, e Matteo Garrone me lo ricorda più che mai. Nell'ostinazione di Pinocchio che è nostra, negli stracci e nei gesti prima buffi, poi regali di Geppetto.
Non ci sono favole, c'è questo eterno peregrinare alla ricerca di un sollievo che è nascosto con estrema cura dal destino.
E quando lo trovi, ti stupisci di poter essere davvero bambino. Allora, ti scopri adulto, fino in fondo.
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