C’è stato un tempo in cui i gentiluomini sembravano così rari. Sei comparso tu, la curiosità buona si levava in una nuvola.
E in una nuvola, sei presto volato via. Non prima di preoccuparti che io avessi intrapreso il tuo cammino anche se fare la giornalista era così doloroso per i senza scorza come me.
Oggi ho stretto tra le mani le pagine del tuo romanzo, la tua dedica la porto nel cuore come l’omaggio a una principessa.
Luca, oggi avresti compiuto sessant’anni, e sento che ci ridi su. Ma io non riesco, non credo che riuscirò mai. Torno a parlare con te di Antinoo, accompagno con te il nostro direttore Mino Durand al suo appuntamento e lui che si gira un attimo, perché preferirebbe scappare via con noi. Liberi di dirsi tutto e niente.
Lui che ti scrisse la prefazione del tuo libro, lui che lottò ferito contro un interminabile corridoio per venirmi a incoraggiare nella malattia.
Luca, la vita è bastarda. Eppure io in questa bastardaggine ho avuto qualche fortuna: come di vivere un tempo con pochi gentiluomini e di incontrarli ugualmente.
Buon compleanno, fratello mio. Adesso mi giro un attimo, perché preferirei scappare via con voi.
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