venerdì 3 gennaio 2020

Il film che non rivedrò

Sono abbastanza rassegnata all’idea di non poter sviluppare una saggia scorza. Forse persino di perdere quelle briciole che ritengo di possedere.

Una lezione mi arriva dai film. È vero, fin da ragazza ho evitato frammenti di film che facevano male. Spesso i finali e siccome adoro i musical, ne cito due follemente diversi: Hair e il Rocky Horror.

Via via la faccenda si è fatta ulteriormente impegnativa. Già la prima scena dell’Attimo Fuggente mi risulta insopportabile, perché mi fa venire in mente una raffica di sequenze finali. E anche l’uscita di scena di un grande attore.

Ho già avuto molto coraggio a vedere “Pinocchio”, considerando i terribili e temibili passaggi che lo attraversano. E non so se potrei rivederlo.

Anche quando conosco il rassicurante finale, evito il film come la peste se so che in mezzo dovrò soffrire.

Perché un film, come la vita, può mostrarti il senso di una sofferenza, ma non la smorza.

Il film che non rivedrò, per provare a vivere, ancora. 

Nessun commento:

Posta un commento