Ti sto cercando così, nei cortili della tua nonna, ora avvolti da colori che li spengono. Non come quelli del tuo quadro preferito.
Nelle pagine che abbiamo scritto insieme: tu domando la tua calligrafia, io arrendendomi al computer. Sui fogli a quadretti vergati dai tuoi pensieri, cerco l'ordine che da qualche parte mi dicono dovrebbe esistere nelle nostre vite: forse, proprio dove sei tu. O forse me ne hai lasciato qui un pezzetto. Un frammento quasi invisibile, che getta luce sulla mia strada, o una dose abbondante che io non riesco a riconoscere.
Ma ci sono giorni in cui riesco a fermarmi a guardare dentro i tuoi cortili e a sorridere. A osservare la mia immagine e a riconoscere i tratti tuoi o di altri cari: a riconoscere persino me stessa in quegli specchi invisibili.
Proprio così: giorni in cui mi riconosco per un cammino anche più lungo del mio. Adesso mi fermo qui e ascolto l'eco dei vostri passi, degli scherzi di cui eri certamente capofila, del battito forte forte del cuore quando giocavi a nascondino nei meandri dei cortili.
Adesso mi fermo qui e ascolto bene il silenzio delle tue carezze.
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