mercoledì 15 maggio 2024

I Fuasté e la casa - sulle orme di Serafina





 

"L'ultimo dei Fuasté" (edizioni Progetto Cultura) sta mettendo a fuoco il suo viaggio, tappa dopo tappa. È interessante coincidenza che la seconda sia molto legata alla prima con una parola, e una sensazione, chiave: è casa.

Se la tradizione per me è sempre stata lanciare un libro nella via dove è nato e cresciuto mio nonno e dove si è scritta sui fogli e nella vita la storia della mia famiglia, attracchiamo a fine maggio - il 30 alle ore 21 - in un'altra "casa". Dalla città al paese della Valle Olona dove nasceva la mia nonna materna, dal nome piuttosto impegnativo, come le sue sorelle: Argia Jolanda, detta anche la Perla perché superava tutti i test di look impeccabile prima di uscire nel mondo. Aspetto, quest'ultimo, che nella mia distrazione cronica e anche nel mio disinteresse per la questione, non mi appartiene. Di lei, mi appartengono invece le lentiggini, segno di vita su una pelle riluttante a fare patti con il sole, e forse un po' di salvifica ostinazione.

Della nonna, ho parlato finora solo in una storia, pubblicata ne "Il giro del Lario in 40 racconti" (a cura di Vincenzo Guarracino, Carlo Pozzoni FotoEditore). Me l'ha ispirata Cernobbio, dov'ero ancora ieri ed evoca ogni volta quell'unica vacanza annuale (e per un solo giorno) dei miei nonni. 

Ho parlato di lei, e ancor più di sua madre, mi perdonerà. Serafina che ha formato la sua famiglia a Gorla Maggiore e si era impuntata tra un figlio e un altro a divorare libri. Questo sì, un dono sfacciato che ho ereditato (oltre alle lentiggini): leggere, fino allo sfinimento. 

Quando passo a Gorla Maggiore, mi piace risalire dalla valle e ammirare la posizione della chiesa, fiera come la bisnonna e la nonna, mi si perdonerà. 

Penso che se Serafina non avesse letto così tanto, ribattezzando le donne con i loro nomi così particolari - vogliamo parlare di zia Antea? - forse non avrei avuto tanto della mia libertà.

Allora, eccoci allo spazio Numm di Gorla Maggiore giovedì 30 maggio. Io, con Michele Tronconi che mi ha donato pagine inestimabili con la sua prefazione e, come me, ama questa Valle, umile e orgogliosa allo stesso tempo.

L'ultimo dei Fuasté, a casa, se di casa si può parlare mai nella vita di perenni viaggiatori che siamo. Sulle orme di Serafina, che scrisse la sua storia nei nomi delle figlie e nei detti che ci hanno tramandato. Che chissà come faceva a prendere ad andare a teatro in quel contesto, ma che quando le suore la fermarono ricordandole che lo spettacolo costava due lire, non ebbe esitazione. Aprì il borsellino e disse, in rigoroso italiano, porgendo i soldi: «E in che cosa consistono, due lire».

La leggenda, ce l'hanno ripetuta di generazione in generazione.

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