Va bene, oggi sarò affetta da "ipernaturalismo". Ma stavo osservando le mie due famiglie preferite del giardino, che mi stanno regalando gioie inaudite.
La sorpresa settembrina è l'ortensia. Aveva fatto la bricconcella tutt'estate, rifiutandosi di trascorrere le vacanze con noi. Chiusa nei suoi boccioletti striminziti, quando poi aveva voglia di farseli venire. Con quel caldo, siete matti, brontolava.
A settembre ecco il prodigio: è esplosa con tutta la sua naturalezza, il pervinca superato solo dalla sua morbidezza, roba da stare ad accarezzarla per ore. Sport preferito: fotografarla appaiata con i fiori rossi che riposano sotto il castagno.
L'altro matrimonio è di quelli che dovrebbero insegnare tanto agli umani. Anche l'acero è finalmente esploso, solo che originariamente sotto di lui si era insediata una rosa che pareva aver i giorni contati. Col cavolo. Lei piano piano è risalita e ha messo il crapino fuori. Ha pensato: che vita fantastica, sto con il corpo riparato e posso invece guardare il cielo in piena libertà. Un altro fiore si è affiancato alla rosa originaria. Quando il fulmine si è abbattuto sul cancello, è scoppiato il muro di cemento. A mezzo centimetro c'era il tenero fusto della rosa che non ha mosso neanche mezza spina. L'acero ha accettato questa soave compagnia, e lei l'ha ripagato mettendo certe foglioline strane... quasi rosse. Dal canto suo, l'acero ha qualche sospetta traccia di verde nella sua scarlatta chioma.
Quanto avete da insegnarci, ragazzi.
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