Cerco di prendere le distanze per sconfiggere il magone, eppure non riesco ad andare lontano. Ore a rivoltare emozioni e pensieri, senza intravedere un confine.
Perché Giorgio era uno di casa. Sul piccolo schermo, dentro le nostre conversazioni, i pasti, la voglia di sospingere i giorni verso i sogni anche con una risata. Una volta, tanto tempo fa, incrociato in un momento di battaglia, da cui riprendersi, ciascuno a modo proprio. E le sue pagine, per cui ho condiviso spesso un pensiero diffuso:in Italia il successo rischia di essere imperdonabile.
Rischia. Ma tu eri, sei più forte. Con l'umiltà e la testardaggine buona, con quegli occhi che sanno scherzare con un velo di tristezza che leggo solo ora. E anche quando provi a fare il duro - come in quel film, caro prof - non ti credo.
Giorgio Faletti, uno di casa. E non te la senti proprio, di lasciarlo andare, anche se devi.
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