giovedì 11 settembre 2014

La vita è una Baraonda (saluto a un'amica)

Non posso scrivere un saluto a una donna discreta. Sento il pudore che mi frena sui tasti, come sulla penna. E poi perché saluto.

Restiamo, restiamo tutti.

Tant'è che oggi sono tornati prepotentemente i tempi della Baraonda. Chiudevo gli occhi e ci rivedevo tutti insieme, a fabbricare idee, scritti e vignette con la scusa del Carnevale. Quanto si lavorava alla rivista, quanto si beveva e mangiava, quanto si viveva. 

Poi il mondo sembra essersi perso, cioè ha perso la voglia o la capacità di sorridere. Ma noi no, ne eravamo ancora pieni. Ci sentivamo ancora come quella squadra, che aveva sempre desiderio di condividere e bastava poco, pochissimo per improvvisare un brindisi o un verso, meglio se pungente senza fare male.

Anni, secoli fa. E poi Augusto se ne va a scrivere e tirare le orecchie al Padreterno, che non si offende. Quando ci troviamo, quelle poche volte in cui riusciamo, lo sentiamo ancora.

Adesso sei andata a vedere da vicino Augusto, come tira la barba al Padreterno, che forse ride pure. E devo essere matta, perché vi sento ridere tutti insieme.

Siamo una squadra sparsa e sfilacciata in apparenza. Eppure ci troveremo e basterà poco, pochissimo per improvvisare un brindisi o un verso, meglio pungente se fare un male.

ciao, cara.

1 commento:

  1. E' proprio tutto vero cara MALU
    La squadra è pronta e si è riunita subito
    Sono abbastanza certa - e lo era anche Milena - che adesso faranno veramente una bella Baraonda
    Ecco perché il saluto deve essere proprio un brindisi alla vecchia maniera, già definito l'ultim bicèr ....

    LELA

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