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domenica 30 maggio 2021

Quello che il cuore sente di più

 Sono notti in cui mi sembra di essere sulla collina, perché sento cantare ostinatamente i grilli. Forse è il desiderio che si unisce alla realtà, o forse si sono rifugiati in un angolo che io non riesco a vedere, ma i gatti intuiscono benissimo. 

Mi viene in mente Stru e di come si indigna della nostra indignazione, quando reclamiamo il nostro diritto al sonno. Chissà quante volte rompiamo le scatole noi, bulletti della natura.

Eppure mi piace anche pensare, in questo momento in cui gli umani si riversano fuori e mi sembrano più chiusi che mai, che il cuore senta di più voci e pensieri delle altre creature. Forse perché ha trovato una via per ascoltarli oppure sa di essere ascoltato.

Quello che il cuore sente di più, ti conduce a un sorriso di pace, anche quando i grilli strillano nella tua notte.

domenica 31 dicembre 2017

Ginetto e il bene dal bene

Un anno passa velocemente quando ci si vuole bene. Quando si vuole il bene. Quest'ultima parola splende, abbracciando il maestro e amico Ginetto Grilli. Oggi compie 92 anni ed è un ragazzino che poche settimane fa in Alsazia mi sgridava bene(volmente) alle 7.35 perché non ero scesa ancora a fare colazione, ma ero impegnata a chiacchierare.

Vedete, ricorre quel termine. Bene. La nonna Argia assicurava: il bene viene dal bene. Sembrerà formula non molto magica, scontata insomma, eppure funziona: così dovrebbe andare per le formule magiche, no?

Il Bene inizia con la b, seconda lettera. Ma si lega a un sacco di A, come la serie del Ginetto. 

A come affetto e amicizia. Li offre a coloro che incontra e con i quali costruisce. Ai volti che non dimentica, alle storie che vive e riporta per non farle sbiadire.

A come attenzione. Anche questa, l'ho vista riversare su persone amate e incontrate per caso, per un'ora, una volta nella vita. Perché tutti meritano di essere ascoltati con attenzione. Come ha scritto lui due anni fa "Sètas giù un mumentu". Anche se corri, se hai un sacco di cose da fare, bisogna fermarsi, sedersi, prestare attenzione.

A come Amore. Quello che nutre per la sua Agnese e per tutta la famiglia. Per la sua città, Busto Arsizio, e per il suo paese, Sacconago. E per Chi tutto ha creato, perché Ginetto mi ha insegnato anche questo: l'importanza della fede. La preghiera, la Scrittura, il suonare per devozione e la cosa più importante di tutte: l'esempio. Perché anche per i sinaghini, parlà a l'é fià. Meglio fare, provarci, mischiare azioni e silenzio, con un sorriso se si può. 

Ginetto, il bene viene dal bene e altro bene diffonde, in ogni passo. Anche il poter viaggiare con te, ogni giorno, lontano e vicino, per le strade alsaziane e i cortili di Busto, sul lago di Como dai nostri amici e nei luoghi che ancora dobbiamo scoprire.

Buon compleanno, ragazzino. 



lunedì 17 ottobre 2016

La vita vissuta in dialetto

La vita vissuta in dialetto. Nella magnifica serata organizzata dall'associazione In tra da nögn, Ginetto Grilli suggestiona e garantisce momenti di ilarità intesi,da cui si impara qualcosa.

Una su tutto: questo, proprio, tutti veniva vissuto dai nostri avi così, in dialetto. Oggi noi lo farfugliamo, se va bene, lo ascoltiamo volentieri, di solito dopo i quaranta, ma come si fa a rompere questa barriera che abbiamo creato?

Bisogna viverla, la vita in dialetto. E tramandarsi le storie così, cambiandole anche qualche volta, perché i dettagli sfuggono alla memoria nonostante il saldo esercizio. San Cirillo che arriva a Sacconago, perché anche il borgo reclama le reliquie: ascoltate questa storia che Ginetto narra sempre e sempre si rinnova.

C'è tutto, in questa serata. La capacità di stare insieme, di analizzare il sacro rito della schiscetta con Luigi Giavini, di gridare sulla carta un "forza Giorgio" animatore di spirito e di apprendere una buona notizia, un fiocco rosa che riguarda altri due amici.

Toh, quasi quasi lo stiamo vivendo davvero, questo nostro dialetto che ha parole non misteriose, ma così conosciute, più di altre, che ti solleticano qualcosa dentro prima che tu razionalizzi così. 

Questa vita vissuta in dialetto, se volete la salviamo. C'è persino una orazione finale.

O Signui, métighi ti chèl ca  a manca.

venerdì 24 giugno 2016

Il canto biondo dei grilli

Prima ha afferrato le mie deboli antenne, poi gli occhi.

Il canto dei grilli, un'armonia di note controvento. Tagliente come le certezze dell'estate, vibra.

Ma le spighe sono mature e bionde. E forse in un impeto di malinconia danzano a quel ritmo, fino a diventare un tutt'uno.

Il canto biondo dei grilli.

giovedì 4 dicembre 2014

Notte cercando la libertà

Il mio maestro è fatto così. Ti dona il sorriso, ma non si presta a quello facile. Ti spiazza, se deve, anche se è una festa di Natale. E poi a questo dovrebbe servire - perdona il pessimo verbo, Signui - il Natale, a spiazzare.

Così legge una poesia di Angelo Castiglioni. Cita l'anno e lo dice anche solo per farci annuire di presagio. La guerra, la deportazione. Natale nel carcere di Monza. Il peggio che deve ancora accadere, nonostante sia terribile quel Natale dietro le sbarre, senza aver compiuto niente di male.

Il lager. I bambini, l'orrore, il sacrificio, la generosità, la marcia della morte.

Più tardi. Ora c'è Natale, una stella e un'unghia del dito che traccia una speranza.

La libertà.

Notte cercando la libertà.



mercoledì 15 ottobre 2014

Il poeta di quale città

Sai cosa significa incontrare un bustocco milanese? Come a tirare un filo più profondo di tutti, nascosto e bellissimo. E se lo sfiori appena, altri ne seguono, come una matassa morbida e pensierosa.

Nella nostra biblioteca, dedicata al nostro professore, Gianbattista Roggia, dobbiamo attraversare Milano, il suo cuore, le sue contraddizioni, grazie a un personaggio che qui però non è nato. Diresti che lo legano solo pochi mesi di vita, i primissimi passi, e quindi dimenticati, a Busto Arsizio. Eppure così non è.

Quando ho letto la tesi di Valeria Grazioli su Gaetano Crespi, energia umile e potente a cavallo tra due secoli, ho deciso dentro di me: devo andare a Milano un giorno e visitarla così, dall'osservatorio generoso di un uomo che lavorava nelle assicurazioni per vivere, ma fioriva e aiutava a fiorire nella poesia, nell'arte, nella musica, nel giornalismo. Un uomo che non si dava pace, se non si tributava il giusto omaggio a Carlo Porta. Che sapeva scherzare, in modo serissimo.

Poi, arriva questa serata magica in biblioteca. Mi guardo attorno. C'è la mia Famiglia Bustocca, con Chiara e Giovanni. Loredana Vaccani, che fa vivere questo luogo con tutta la sua capacità di viaggiare e sognare, ancora. Ci sono Ginetto Grilli e Luigi Giavini, che non sopperiscono solo alle nostre carenze dialettali, ma danno altra luce al poeta e alla sua città.

Già, la sua città. Qual è poi? Sul finale un intervento a sorpresa, l'alunno di un suo discendente.

Busto, quanto c'è di Busto in quella vita, quell'orgoglio pacato ma che in ogni occasione veniva esternato: noi siamo di Busto. E lo sei stato, Gaetano, forse anche in quel non apparire a forza, nello slancio per gli altri, nell'essere motore senza fare troppo rumore.

Mi sa presto andrò a fare un giro a Milano, per dire grazie a Busto. Quella Busto di ogni volto ed età che stasera si è affacciata su un suo figlio, curiosa e felice.

giovedì 2 ottobre 2014

Ginetto e Agnese, senza fare rumore

Sessant'anni così, lui con la sua agenda fitta di eventi e dedizione, lei un passo indietro con quegli occhi che però testimoniano come non sia in disparte.

Ginetto e Agnese. Il maestro e sua moglie, insieme da 60 anni: o meglio questa è la partenza ufficiale, affrontata uniti quando costruirono casa e vita nel deserto di un borgo che ancora non si era spinto fino a lì.

Ginetto e Agnese, con il riserbo della mia gente. E chissà che se perdoneranno il piccolo casino fatto oggi.

Ma mentre leggo, ascolto, contemplo il maestro, non posso non commuovermi alla bellezza di un percorso sulla sabbia del tempo che brilla come oro. E mi viene in mente un'altra immagine, molto lontana anche se non così: io bambina che entro in una cartoleria. Tra fogli e penne di sogno, non vedevo ancora il filo che mi avrebbe legata a questa coppia.

Ginetto e Agnese, senza fare rumore.

venerdì 29 agosto 2014

Il mio maestro e la canzone per la notte

Non ho una canzone per la notte, ma tutta una musica che mi rincorre da oggi pomeriggio.

Da quando ho scoperto che il mio maestro e il gruppo intrepido di miei "concittadinipiù" hanno fatto risuonare la loro voce in Germania.

Sì, dai cassetti tiro fuori anche nome per chi non conoscesse e dettagli quasi da cronaca. Chiudo gli occhi e vedo il coro della comunità di Sacconago. Perché non è un rione, è una comunità ed è questo che me la fa amare. Sono a Lipsia e le loro voci si fondono per la Matthäuspassion, vedo una barba bianca e autorevole spuntare tra di loro.

E' quella di Ginetto Grilli. Lui è un maestro, un amico. Mi fa partecipe della commozione. E io la sento tutta, vibra con quelle note.

Per questo motivo, oggi non riesco ad ascoltare veramente canzoni.

Nel cuore c'è il mio maestro e un coro sinaghino, che risuona in terra di Germania, fino a qui.