Nelle scorribande con la cucciola, ci imbattiamo in una missione terribile. È lei che nota la faccenda: nell'ultima creazione del Ragno Magnone è finita una farfalla. Ha ali rosse, intrappolate nel silenzio.
Lo so, non bisogna interferire. E commuoversi per una farfalla, e non per una mosca, è da umani. Che poi, che cavolate dico: avvertiremmo quella famosa, insopportabile fitta anche una mosca. Quindi, il vero quesito: il Ragno Magnone, che mangia? Che ne sarà?
Tutte domande legittime, ma sarà colpa dell'ultimo libro su Jim Morrison letto in questi giorni. Mi rimbomba nella mente quel desiderio immenso: sentire il grido della farfalla.
Forse lei, silenziosa nella fine, per niente amica, sta urlando qualcosa a noi.
Mi tuffo nel prato alla ricerca di un rametto, poi risalgo verso la ragnatela. Sotto lo sguardo attento della cucciola, infrango la rete che stringe la farfalla, ma lei non si muove.
Con il rametto riusciamo a sollevarla, senza che lei accenni il minimo movimento. Lo tendiamo sopra una pianta, con le speranze che ormai si sciolgono.
Finché lei sbatte lentamente le ali, ci prova. Sembrano così incollate che non c'è nulla da fare, invece il movimento riprende.
La farfalla spicca il volo. E forse stiamo urlando io e la cucciola, di gioia. Forse il Ragno Magnone, furibondo.
Forse lei.
Forse tutte le creature con le ali, dunque le creature tutte.
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