mercoledì 22 luglio 2020

L’ingegno dei fragili

Ero ancora ripiegata nello sguardo di una piccola creatura che non sono riuscita ad aiutare, quando incontro il cornacchiotto. Ha un nome, ma è un segreto che ci siamo affidati, come direbbe Willy.

Nel precedente incontro avevamo cercato di proteggerlo perché non si capiva se avesse dei problemi o fosse immerso in lezioni di volo: un solerte operatore ecologico mi aveva assistito. 

Oggi zampettava in giro con l’obiettivo apparente di raggiungere un muretto. Sforzi vani, perché lo sfiorava e ricadeva. Con la cagnolina non potevo avvicinarmi e avvertivo la frustrazione di poche ore prima, con la minuscola creatura che era parsa chiedermi aiuto.

Ma il cornacchiotto aveva altri progetti. Preso atto della propria fragilità fisica, ha fatto ricorso ai suoi studi in ingegneria. Ha scovato un angolo di muro con protuberanza di ferro e l’ha usato come gradino per darsi slancio. Raggiunto il muretto, altro salto con l’asta e zac: sul ramo di un albero che era il reale obiettivo.

L’ingegno dei fragili, fa sentire fragili noi e poi, prodigiosamente, tutti più forti.

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