Un ticchettio alla finestra, mentre preparo tutto (che si potrebbe meglio definire qualcosa, ma non so rassegnarmi all’incompletezza).
È un lampo di mattino come tanti, l’alba che fa l’impertinente con il freddo, suoni e odori come sempre. Sento già rime malandrine di Heine che dolcemente sfotte la fanciulla sospirosa.
Ma io non sono fanciulla e posso permettermi ancora un po’ di stupore, una sfumatura che sono certa di non avere mai colto, perché la natura si inventa sempre qualcosa e io mi distraggo così facilmente.
Ancora un po’ di stupore, che male c’è, anzi ieri sera in chiesa ho sentito che fa bene a sé e agli altri. Ancora un po’ di stupore per vivere, per non perdersi nelle consuetudini, per camminare ancora un po’. E sapersi ricordare che non hai fatto tutto, non lo farai mai, per fortuna.
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