Il mondo era insopportabilmente vasto una volta, chissà com’è diventato insopportabilmente stretto.
Anche il tempo si è consumato e ci cammino incerta, ma poi frugo tra le nuvole della notte, pettegole o premurose attorno alla luna.
C’è un posto dove camminare sempre, dove respirare e persino pensare. Un posto dove tutto ti sfiora e nessuno ti raggiunge, così esposto da passare inosservato.
Sto camminando nello spazio, sincero e morbido come tutto quello che non avevo osato pensare, eco di una canzone e pegno di silenzio.
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