- mi ricordi domani di fare quella cosa?
- metti un foglietto sul tavolo.
Se non me lo stracci. Grazie.
Appunti di Viaggio di Marilena Lualdi Tra natura, dubbi e musica (Nature, music and doubts) (Questo sito si serve dei cookie per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookie)
lunedì 29 febbraio 2016
Dicono ci sia stato un giorno in più
Dicono ci sia stato un giorno in più, convenzionale eppure reale.
Io non ci credo, perché mi hanno fatto scoprire che nessuno ti regala niente, figurarsi il tempo.
Dicono che ci sia stato un giorno in più, ma già mi è sfuggito l'ultimo istante in cui ho avuto un'idea generosa, un pensiero di gratitudine, un gesto d'amore.
Dicono che ci sia stato un giorno in più. Ma il cuore non ha mani per sfogliare il calendario.
Io non ci credo, perché mi hanno fatto scoprire che nessuno ti regala niente, figurarsi il tempo.
Dicono che ci sia stato un giorno in più, ma già mi è sfuggito l'ultimo istante in cui ho avuto un'idea generosa, un pensiero di gratitudine, un gesto d'amore.
Dicono che ci sia stato un giorno in più. Ma il cuore non ha mani per sfogliare il calendario.
Notte e sai che è possibile
E' impossibile. A ben guardare, possibile. Anzi no: a guardare solo da un'altra prospettiva.
Allora quando è che è possibile?
Quando ci provi. E non butti le energie solo in alibi.
Notte e sai che è possibile
Allora quando è che è possibile?
Quando ci provi. E non butti le energie solo in alibi.
Notte e sai che è possibile
Amiche da sempre
Sotto la pioggia, mi dice un'amica: ma ci pensi che siamo amiche da 44 anni? Anche se siamo così diverse, anche se non mi piacevano le caramelle che portavi all'asilo, anche se un giorno mi hai fatto arrabbiare?
Chi l'avrebbe mai detto, aggiunge.
Non lo so, so solo che siamo amiche da 44 anni. E sono felice.
Chi l'avrebbe mai detto, aggiunge.
Non lo so, so solo che siamo amiche da 44 anni. E sono felice.
Pensassimo ai bambini
Ma pensiamo ai bambini? Immersi nelle rivendicazioni dei diritti di noi adulti, i più piccoli mi sembrano sparire.
A nostro uso e consumo, decidiamo cosa sia la vita, la famiglia, l'amore. E la imponiamo senza tentennamenti.
Le nostre esistenze, al centro.
Pensassimo a quelle dei bambini.
A nostro uso e consumo, decidiamo cosa sia la vita, la famiglia, l'amore. E la imponiamo senza tentennamenti.
Le nostre esistenze, al centro.
Pensassimo a quelle dei bambini.
domenica 28 febbraio 2016
Ho ancora bisogno di te
Il punto è che ancora ho bisogno di te. Te l'avevo detto, non so se tu mi abbia creduto.
Ho bisogno di te. Non una necessità sterile, ma quel fuoco che si chiama amore.
Qualcuno mi dice che mi hai preso sul serio quel giorno che ti sei lasciato abbracciare dal sole. Che l'hai fatto perché io avevo tanto bisogno di te.
E tu ogni energia volevi darmi, per sempre.
Notte e non decide la pioggia
La pioggia ci sospinge, come una mamma con i suoi cuccioli: calmi, ragazzi, da quanto non vi concedete una pausa solenne e allo stesso tempo lieve?
Da quanto non siamo fieramente pigri. Da quanto non scopriamo che non è obbligatorio correre verso una meta, che ci appartenga o no.
Eppure, non è lei che decide. Solo, suggerisce: e noi potremmo persino ascoltarla, anche quando corriamo con la cucciola sull'erba bagnata. Ubriachi di libertà e profumo di primavera, decidiamo noi.
Notte e la pioggia non decide.
Da quanto non siamo fieramente pigri. Da quanto non scopriamo che non è obbligatorio correre verso una meta, che ci appartenga o no.
Eppure, non è lei che decide. Solo, suggerisce: e noi potremmo persino ascoltarla, anche quando corriamo con la cucciola sull'erba bagnata. Ubriachi di libertà e profumo di primavera, decidiamo noi.
Notte e la pioggia non decide.
Comunicazioni di servizio (se servi)
Comunicare oggi è diventato vitale. Comunicare nel senso di usare mille modi. Meglio se non dicendo niente e ascoltando ancor meno.
Comunicazioni per lo più di servizio. Se servi, quando servi, per quanto servi.
Comunicare è smanettare, negare la propria voce il più possibile, ancor di più lo sguardo (mica che dica qualcosa), comunicare alle spalle poi una delle arti su cui ci si sta perfezionando, vomitare giudizi e aspettarsi che qualcuno applauda.
Per molti ma non per tutti, come diceva la pubblicità.
Privilegio che lascio volentieri alla moltitudine immersa nelle comunicazioni di servizio.
Prima, devo capire cosa mi hai detto, cosa dire.
Se parlare o abbracciarti.
Partire da un basta
Bisogna partire da un basta, non importa se il più piccolo o il più ingombrante.
Come una collana che si rompe, il primo pezzo si libera smarrito. E gli altri proseguono nella corsa ridendo.
È solo dicendo un basta che si riesce a smettere con tutto ciò che rode la vita. Un singolo gesto, intinto nell'universale.
sabato 27 febbraio 2016
Notte e non scivola via
Questa pioggia cocciuta o spaventata, o forse entrambe le cose, rimbalza sulla pelle e sui pensieri.
Tanto sembra scivolare via, in questa vita, come le gocce confuse di una notte piovosa. Ma c'è qualcosa che resta, che trova rifugio in noi e nello stesso tempo rifugio si rivela.
Notte e non scivola via (l'amore).
Tanto sembra scivolare via, in questa vita, come le gocce confuse di una notte piovosa. Ma c'è qualcosa che resta, che trova rifugio in noi e nello stesso tempo rifugio si rivela.
Notte e non scivola via (l'amore).
Brividi oltre la pioggia
Non si può scaricare la colpa dei brividi sulle spalle di un'incerta pioggia.
Brividi oltre la pioggia, certezze oltre i pensieri, dubbi oltre le risate. Qualcosa ci supera sempre. Oppure, ci raggiunge.
Brividi oltre la pioggia, certezze oltre i pensieri, dubbi oltre le risate. Qualcosa ci supera sempre. Oppure, ci raggiunge.
Un problema
Pensa che bello riconoscere di avere un problema. Rimirarlo, quasi stringerlo tra le mani e poi lasciarlo andare. Il problema ti guarda, ma in realtà si fa ammirare, un po' vanesio.
E tu glielo concedi, perché riconoscerlo significa risolverlo. O almeno cominciare.
E tu glielo concedi, perché riconoscerlo significa risolverlo. O almeno cominciare.
I muri del dolore, i muri della libertà
La solidità dei muri austriaci, prigione eppure con un senso di eternità che non appare solo opprimente. E i muri che raccontano speranze e desideri, piccoli e vitali, di quarant'anni fa. Anche con un posterino sgualcito dei Mondiali dell'82.
Mi trasmette sentimenti contrastanti entrare finalmente nel vecchio carcere, conficcato in centro a perenne memoria. Anche della nostra imperizia a prendere decisioni. La biblioteca è fiorita, attorno in centro si sono salvate storie, o si sono distrutte. Da ventisei anni spero in un futuro per questo edificio dall'ingombrante passato. Ora spero sia la volta buona, mentre si aprono queste porte alla città per attraversare e vivere questo luogo, questa storia.
Tante storie.
Corte d'assise: dalla finestrella di una cella leggo la scritta, che ricorda la precedente vita della biblioteca.
Piazza della Giustizia, la chiamavano ancora quando ero bambina. Poi ha assunto altro nome più irriverente: quello suo, vero, l'ha sempre un po' snobbato.
C'era giustizia, quando l'inserviente di mio nonno barbiere fu portato lì perché accusato da un cliente di avergli rubato una catenina? E il povero cristo e il nonno disperato a giurare di no, finché fu trovata quella catenina, agganciata al telo bianco che veniva posato sul cliente.
Nonno, avanti e indietro a consolarlo in quella cella, a portargli da mangiare con papà, finché fu decretata la sua innocenza.
Quante storie di libertà tolta, per giustizia e ingiustizia.
Poi parla il maestro. Ginetto Grilli - magico il suo studio di un muro con la torcia del telefonino, a caccia di una data - ne racconta due, quella di un altro povero cristo di Sacconago autore di una nobile rinuncia. E quella di due malcapitati che probabilmente qui trascorsero le ultime ore prima di essere uccisi (non si dice giustiziati, non è giustizia) dagli austriaci nel prato che oggi è la scuola Manzoni.
Queste sono mura. Ma anche persone, colpevoli o innocenti, testarde o perseguitate, fallibili come noi. Persone che fissavano tristi le pareti, che cercavano la luce, che incollavano sulle pareti foto di donne o articoli capaci di scandire il tempo.
E quando esco, vorrei riuscire a mormorare una preghiera. Anche affinché le storie di questi volti, dolore, libertà, prigionia, non vengano mai dimenticate.
Mi trasmette sentimenti contrastanti entrare finalmente nel vecchio carcere, conficcato in centro a perenne memoria. Anche della nostra imperizia a prendere decisioni. La biblioteca è fiorita, attorno in centro si sono salvate storie, o si sono distrutte. Da ventisei anni spero in un futuro per questo edificio dall'ingombrante passato. Ora spero sia la volta buona, mentre si aprono queste porte alla città per attraversare e vivere questo luogo, questa storia.
Tante storie.
Corte d'assise: dalla finestrella di una cella leggo la scritta, che ricorda la precedente vita della biblioteca.
Piazza della Giustizia, la chiamavano ancora quando ero bambina. Poi ha assunto altro nome più irriverente: quello suo, vero, l'ha sempre un po' snobbato.
C'era giustizia, quando l'inserviente di mio nonno barbiere fu portato lì perché accusato da un cliente di avergli rubato una catenina? E il povero cristo e il nonno disperato a giurare di no, finché fu trovata quella catenina, agganciata al telo bianco che veniva posato sul cliente.
Nonno, avanti e indietro a consolarlo in quella cella, a portargli da mangiare con papà, finché fu decretata la sua innocenza.
Quante storie di libertà tolta, per giustizia e ingiustizia.
Poi parla il maestro. Ginetto Grilli - magico il suo studio di un muro con la torcia del telefonino, a caccia di una data - ne racconta due, quella di un altro povero cristo di Sacconago autore di una nobile rinuncia. E quella di due malcapitati che probabilmente qui trascorsero le ultime ore prima di essere uccisi (non si dice giustiziati, non è giustizia) dagli austriaci nel prato che oggi è la scuola Manzoni.
Queste sono mura. Ma anche persone, colpevoli o innocenti, testarde o perseguitate, fallibili come noi. Persone che fissavano tristi le pareti, che cercavano la luce, che incollavano sulle pareti foto di donne o articoli capaci di scandire il tempo.
E quando esco, vorrei riuscire a mormorare una preghiera. Anche affinché le storie di questi volti, dolore, libertà, prigionia, non vengano mai dimenticate.
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venerdì 26 febbraio 2016
Le giornate belle
Le giornate belle sono quelle in cui non ti vai ostinatamente a cercare. Ma incontri benedizioni sotto forma di volti. E ti trovi.
Notte e faccio ciò che voglio
Un po' in affanno, assicuro a me stessa: farò ciò che posso.
Finché sento una brezza strana, che striscia contro la febbre e mi libera. Ha una voce deliziosa, mentre mi corregge.
Io farò ciò che voglio. Lo faccio ora.
Notte e faccio ciò che voglio.
Finché sento una brezza strana, che striscia contro la febbre e mi libera. Ha una voce deliziosa, mentre mi corregge.
Io farò ciò che voglio. Lo faccio ora.
Notte e faccio ciò che voglio.
La fredda saggezza della sera
Questo freddo curioso si conficca nei pensieri e nel respiro, senza saperli distinguere.
Forse, non c'è distinzione, davvero.
La fredda saggezza della sera ti porta a vedere ciò che puoi fare e ciò che deve aspettare. Come la natura che non si mette a fare tutto insieme, ma anche quando corre avanti, si ferma a dare un'occhiata indietro.
E riprende un filo abbandonato, non importa quanto aggrovigliato, prima di tessere di nuovo.
La fredda saggezza della sera è vita.
Forse, non c'è distinzione, davvero.
La fredda saggezza della sera ti porta a vedere ciò che puoi fare e ciò che deve aspettare. Come la natura che non si mette a fare tutto insieme, ma anche quando corre avanti, si ferma a dare un'occhiata indietro.
E riprende un filo abbandonato, non importa quanto aggrovigliato, prima di tessere di nuovo.
La fredda saggezza della sera è vita.
Dialoghi reali - che cosa stiamo facendo
- ma quello che stiamo facendo, è ciò che siamo, ciò che vogliamo?
- che cavolo ne so.
Precisamente.
- che cavolo ne so.
Precisamente.
giovedì 25 febbraio 2016
Se la giornata canta
Se la giornata canta già, la gioia degli uccellini sopra i primi mormorii delle macchine, il buio si sfalda lentamente.
Note come scalpelli in questo muro scuro che si sgretola o almeno si incrina.
La giornata, già canta. Come una preghiera.
Notte e possiamo scegliere
C'è una strada e un'altra si offre, anche se sembra che occorra scoprirla.
E c'è un piatto che costa dolore, l'altro che dà piacere.
E ci si può fissare sulla luna e perdere di vista quella marea di stelle. Oppure si può decidere di tenere gli occhi stretti alla terra oscura.
Notte e possiamo scegliere.
E c'è un piatto che costa dolore, l'altro che dà piacere.
E ci si può fissare sulla luna e perdere di vista quella marea di stelle. Oppure si può decidere di tenere gli occhi stretti alla terra oscura.
Notte e possiamo scegliere.
Un desiderio petaloso
Un sogno è appena nato, un petalo di desiderio e già ci lamentiamo: che stress questo petaloso.
Ma ci ricordiamo che emozione svegliarci e trovare una certezza invece di una parola che gli adulti fingono di non comprendere in nome di fredde regole.
Petaloso. Ti ripeto così esisterai quasi quanto un desiderio.
Che cosa voglio dimostrare
Un vecchio film, una domanda che riaffiora. Che cosa volevo dimostrare, quando ho iniziato una strada?
Che cosa voglio dimostrare, ancora, con un gesto o una parola.
Poi invecchi un poco, ancora, e ti chiedi invece.
Perché dovrei dimostrare?
E il cuore danza più leggero.
Che cosa voglio dimostrare, ancora, con un gesto o una parola.
Poi invecchi un poco, ancora, e ti chiedi invece.
Perché dovrei dimostrare?
E il cuore danza più leggero.
mercoledì 24 febbraio 2016
Notte e siamo tutti pericolosi
Capaci di straziare con una parola o un gesto, capaci di cogliere un fiore.
Volo lontano dalla TV e da questa terribile certezza.
Siamo tutti pericolosi, vittime di un veleno e carnefici.
Unico antidoto, uno strano aggeggio, di nome amore.
Notte e siamo tutti pericolosi.
Non mi annullo
Non sono un francobollo. Non mi annullo.
Ascolto le tue istanze, non volentieri ma per abitudine.
Scusa se non posso raccoglierle. Non dico altra parola per educazione.
Non mi annullo. Sono una persona, non un francobollo.
Ascolto le tue istanze, non volentieri ma per abitudine.
Scusa se non posso raccoglierle. Non dico altra parola per educazione.
Non mi annullo. Sono una persona, non un francobollo.
Creature che non parlano
Creature che non parlano, dicono molto di più in questo cicaleccio dove gli esseri umani vomitano giudizi.
Esprimono solo ciò che conta. L'Amore, che non conosce parole inutili e giudizi.
Esprimono solo ciò che conta. L'Amore, che non conosce parole inutili e giudizi.
martedì 23 febbraio 2016
Torni
Torni, angolo di primavera inaspettato, immeritato.
Ridi e c'è un germoglio improvviso.
Sorrido e già ne vedo due.
Chissà se torni o sono io a tornare da te.
Spezzerò tutto
Spezzerò tutto, perché so essere delicata. E non vedo l'ora di volare.
Catene, ragnatele, cinture spacciate per sicurezza.
Spezzerò tutto e tutto sembrerà dolcemente fragile, ad alta quota.
Catene, ragnatele, cinture spacciate per sicurezza.
Spezzerò tutto e tutto sembrerà dolcemente fragile, ad alta quota.
I sassolini
Una saggia amica nella notte si unisce all'ammirazione per Gandhi.
Ma poi mi ricorda: lui non portava le scarpe.
Tu, togliti i sassolini.
Tu, togliti i sassolini.
E mi sento già più leggera.
A volte non so chiedere niente tranne
A volte non so chiedere niente.
Tranne che sussurrare
Come stai?
Tranne che sussurrare
Come stai?
Notte e alzare lo sguardo
Alzare lo sguardo, paga sempre. La notte scura scura, come i pensieri.
La luna consola, sempre. Ma a volte non basta. A volte ancora, ti arriva un dono ulteriore.
Una luce minuscola, e potente. Si chiama stella. E chissà cosa di più, anzi lo sappiamo.
Se alziamo lo sguardo.
Notte e alzare lo sguardo.
La luna consola, sempre. Ma a volte non basta. A volte ancora, ti arriva un dono ulteriore.
Una luce minuscola, e potente. Si chiama stella. E chissà cosa di più, anzi lo sappiamo.
Se alziamo lo sguardo.
Notte e alzare lo sguardo.
Reality - canzone per la notte
Succede che fuggi indietro, per trovarti. Ai tempi in cui rimiravi sogni per trovarti o perderti. Allora, era una canzone che non riuscivi a scollegare dal film, ma adesso respira per conto suo.
Non ci credevi alla realtà. Figurarsi alla possibilità di cambiare.
Adesso i sogni sono la mia realtà, e tu più di tutto.
Reality, Richard Sanderson, canzone per la notte.
Non ci credevi alla realtà. Figurarsi alla possibilità di cambiare.
Adesso i sogni sono la mia realtà, e tu più di tutto.
Reality, Richard Sanderson, canzone per la notte.
L'ultima cosa a cui pensi
Il tempo passa rovistando nella borsa e a volte gli oggetti ambiti si avventurano dappertutto.
Perdo tutto, ma cerco. Chiavi, tessere, monete, anche più voluminosi. E in genere li trovo.
Ma poi mi fermo e rifletto: quanti pensieri perdo e non cerco mai. Specialmente quelli più saggi, magicamente meno ingombranti.
Come spesso accade, i pensieri sono l'ultima cosa a cui pensiamo.
Perdo tutto, ma cerco. Chiavi, tessere, monete, anche più voluminosi. E in genere li trovo.
Ma poi mi fermo e rifletto: quanti pensieri perdo e non cerco mai. Specialmente quelli più saggi, magicamente meno ingombranti.
Come spesso accade, i pensieri sono l'ultima cosa a cui pensiamo.
lunedì 22 febbraio 2016
La saracinesca e le parole
Oggi davanti alla saracinesca ormai abbassata da due settimane, mi sono sentita addosso le parole che non ho pronunciato.
Perché sapevo che il signore gentile avrebbe chiuso il bar: me l'aveva raccontato una vicina. E io che ci entravo di tanto in tanto, perché la cucciola era entusiasta del cartello alla sua altezza (io posso entrare), non avevo idea di come comportarmi.
Gli ultimi giorni sono entrata a bere il caffè, a chiedergli come andasse, a commentare il tempo. Lui non mi ha detto nulla e così io.
Adesso, davanti alla saracinesca abbassata, mi chiedo se io abbia fatto bene, perché forse non voleva parlarne,voleva congedarsi così.
Ma di fronte a una saracinesca abbassata, le parole sembrano rimbalzare con dolore, specialmente quando non le hai dette.
Perché sapevo che il signore gentile avrebbe chiuso il bar: me l'aveva raccontato una vicina. E io che ci entravo di tanto in tanto, perché la cucciola era entusiasta del cartello alla sua altezza (io posso entrare), non avevo idea di come comportarmi.
Gli ultimi giorni sono entrata a bere il caffè, a chiedergli come andasse, a commentare il tempo. Lui non mi ha detto nulla e così io.
Adesso, davanti alla saracinesca abbassata, mi chiedo se io abbia fatto bene, perché forse non voleva parlarne,voleva congedarsi così.
Ma di fronte a una saracinesca abbassata, le parole sembrano rimbalzare con dolore, specialmente quando non le hai dette.
Notte e forse è una farsa
Il debole si indigna con il forte. E quest'ultimo ricambia.
Mi bastano cinque minuti di tv per sospettare.
forse tutto è una farsa.
Notte e forse tutto è una farsa.
Mi bastano cinque minuti di tv per sospettare.
forse tutto è una farsa.
Notte e forse tutto è una farsa.
domenica 21 febbraio 2016
La notte e le storie migliori
Sì, la notte mi racconta le storie migliori, quelle in cui sarei tentata persino di credere.
Poi le ripone tutte nel cuore e da esso attinge la prima luce. E' l'alba che decide quali trasportare nella mente.
E io, da quali fuggire.
Poi le ripone tutte nel cuore e da esso attinge la prima luce. E' l'alba che decide quali trasportare nella mente.
E io, da quali fuggire.
Notte e la luna accompagna
Sbirciando su, quando c'è tempo e quando non puoi distrarti. Su un'autostrada silenziosa o su una torretta nebbiosa, tu lo sai.
La luna ti accompagna, sempre. Con quel fare casuale, come se lei neanche volesse passare di lì. Come se tu fossi distante, ma non assente: e lei sapesse che non può troppo rischiare di perderti di vista, visto che già l'hai fatto tu.
Lei lo sa.
Notte e la luna accompagna.
La luna ti accompagna, sempre. Con quel fare casuale, come se lei neanche volesse passare di lì. Come se tu fossi distante, ma non assente: e lei sapesse che non può troppo rischiare di perderti di vista, visto che già l'hai fatto tu.
Lei lo sa.
Notte e la luna accompagna.
Come cantano le foglie
Un rumore flebile, eppure testardo. Ci metto un po' a capire che sono le foglie.
Secche, aggrappate ancora ai rami, mentre tutto attorno si sfidano i germogli.
Eppure sono proprio loro a giocare con il vento e i desideri.
Come cantano le foglie, fischiano la vita.
Secche, aggrappate ancora ai rami, mentre tutto attorno si sfidano i germogli.
Eppure sono proprio loro a giocare con il vento e i desideri.
Come cantano le foglie, fischiano la vita.
Tutto ti ripiomba addosso
Basta il dolore di un altro e non ricordi più cosa "altro" significhi.
Basta il dolore di un altro e tutto ti ripiomba addosso. Stai compiendo gesti inutili per fermare il destino e trattenere chi è chiamato altrove. Stai sbagliando tutto e stai facendo la cosa più giusta: te ne convincerai, a fasi alterne, con la stessa determinazione.
Basta il dolore di un altro e potresti impazzire: anzi, ti chiedi se non sia già accaduto, da un pezzo, e questo non sia il dolore di un altro.
La volgarità non uccide
Non credo che la volgarità ci uccida.
Casomai, è la prova che siamo già morti prima.
Casomai, è la prova che siamo già morti prima.
Quando appenderò le scarpe al chiodo
Ho sempre ritenuto impossibile appendere le scarpe di tifosa al chiodo. Oggi è un giorno folle in cui non sono più nemmeno sicura anche di questo.
Romanista e tigrotto, in vicende e mondi così diversi, non c'entrano i risultati o le beffe accumulate come nel caso della mia Pro Patria. Non posso togliere quelle maglie dal cuore e non lo farò mai.
Ammetto però che la serie A mi sta lentamente svuotando. La sua perdita di bandiere, di "per tutta la vita", l'avanzata cosmica di denaro e apparenze: tutto troppo simile all'esistenza fuori dallo stadio.
Oggi vedo la pronta reazione di Spalletti alle gravissime (?) dichiarazioni di Totti. Ora, per me l'allenatore deve tenere le redini, punto. Ma deve anche esserne capace, magari guardando chi ha davanti.
Totti, ultima bandiera, so cosa ha dato alla Roma e non solo, cosa ha dimostrato in questi anni.
Spalletti, non mi ricordo: sarò sicuramente sbadata.
Romanista e tigrotto, in vicende e mondi così diversi, non c'entrano i risultati o le beffe accumulate come nel caso della mia Pro Patria. Non posso togliere quelle maglie dal cuore e non lo farò mai.
Ammetto però che la serie A mi sta lentamente svuotando. La sua perdita di bandiere, di "per tutta la vita", l'avanzata cosmica di denaro e apparenze: tutto troppo simile all'esistenza fuori dallo stadio.
Oggi vedo la pronta reazione di Spalletti alle gravissime (?) dichiarazioni di Totti. Ora, per me l'allenatore deve tenere le redini, punto. Ma deve anche esserne capace, magari guardando chi ha davanti.
Totti, ultima bandiera, so cosa ha dato alla Roma e non solo, cosa ha dimostrato in questi anni.
Spalletti, non mi ricordo: sarò sicuramente sbadata.
Dialoghi reali - cercate di passarla bene
Una conversazione simpaticamente animata in strada, finché un anziano si congeda. Capisco che ha accompagnato lì la sorella perché andasse via e trascorresse qualche ora con gli amici comuni.
E mentre sale in auto, esclama: cercate di passarla bene. Lo dice in dialetto, che è ancora più spontaneo e vero.
Cercate di passarla bene. Perché cercare è in nostro potere.
sabato 20 febbraio 2016
Ci sono io
La terra è arida e costellata di sassi, ma la primula si avventura fuori con i pensieri. Un giallo intenso, delicatamente contagioso pochi metri più in là.
E penso nel silenzio: sono io. Ci sono. Devo essere matta a osare così, eppure non ho altra scelta. Essere una primula anzitempo o una pietra aguzza. Sognare o scagliare.
Ci sono io, in questa primavera azzardata.
Notte e (non) ho perso tutto
La mia squadra sprofonda ancora, in serie A seguo con apprensione un capitano malinconico e ti ho sfidato a carte per rifarmi.
Morale, ho perso: a tre giochi diversi, come mi rinfacci con il tuo sorriso delizioso.
Poi un'amica mi scrive di un'importante vittoria e conto i minuti alla finale.
Ho perso tutto, non perdo niente finché le persone alle quali voglio bene, vincono.
Notte e (non) ho perso tutto.
Morale, ho perso: a tre giochi diversi, come mi rinfacci con il tuo sorriso delizioso.
Poi un'amica mi scrive di un'importante vittoria e conto i minuti alla finale.
Ho perso tutto, non perdo niente finché le persone alle quali voglio bene, vincono.
Notte e (non) ho perso tutto.
Dialoghi reali - O io o il cane
Un signore festoso incontriamo, la cucciola e io: sei bellissima,anch'io ho un cagnolino, sai?
Poi l'uomo cortese mi racconta: un giorno, andato in pensione, mia moglie mi annunciò che voleva un cane e l'avrebbe portato fuori lei.
- E lei, signore, che ha detto?
- No! O io o il cane.
- E che è accaduto?
- Il giorno dopo, mia moglie ha portato il cane a casa.
- E lei?
- Be', porto fuori il cane ogni giorno. E mi fa bene. Anche alla salute
Poi l'uomo cortese mi racconta: un giorno, andato in pensione, mia moglie mi annunciò che voleva un cane e l'avrebbe portato fuori lei.
- E lei, signore, che ha detto?
- No! O io o il cane.
- E che è accaduto?
- Il giorno dopo, mia moglie ha portato il cane a casa.
- E lei?
- Be', porto fuori il cane ogni giorno. E mi fa bene. Anche alla salute
Un'impellente necessità
Se tutti non scattano allo schiocco, come se fosse un'impellente necessità, forse sono pigri.
Oppure, forse voi state esagerando.
Perché la vostra prima necessità, lo schiocco a cui obbedire, dovreste essere voi stessi.
Oppure, forse voi state esagerando.
Perché la vostra prima necessità, lo schiocco a cui obbedire, dovreste essere voi stessi.
I vestiti del mio lago
Come ti vesti, mi stupisci sempre. Quanti abiti hai nell'armadio della tua vita, e quanti accessori. Ora indossi anche un fiore azzurro, per completare il tuo fascino, ora una sciarpa grigia, ora un foulard scuro.
Come sai scegliere, lago mio, e tu ti schermisci: no, il merito è del cielo. È lui che mi presta i suoi colori, poi li rivuole, ma solo per sistemare ancora un poco.
Dal vostro abbraccio, un'eleganza che si rinnova e mi sa stupire sempre.
Come sai scegliere, lago mio, e tu ti schermisci: no, il merito è del cielo. È lui che mi presta i suoi colori, poi li rivuole, ma solo per sistemare ancora un poco.
Dal vostro abbraccio, un'eleganza che si rinnova e mi sa stupire sempre.
venerdì 19 febbraio 2016
Lontano dalla passerella
Non è che io stia lontano dalle passerelle, perché particolarmente virtuosa o saggia.
E' che io, sulle passerelle, ci inciampo. E preferisco cadere sul morbido, come un prato in cui non trovo altri pirla come me, ma solo cocciuti fili d'erba e fiori malconci.
E' che io, sulle passerelle, ci inciampo. E preferisco cadere sul morbido, come un prato in cui non trovo altri pirla come me, ma solo cocciuti fili d'erba e fiori malconci.
Caro asilo, al tuo cartello manca qualcosa
Ohibò, che cosa sono quei cartelli comparsi sull'asilo accanto a casa? Una raccomandazione ai proprietari di cani affinché raccolgano i bisognini.
Proprio vicino all'asilo, non sta bene, non si può. E io che pensavo che ovunque fosse vietato sporcare il marciapiede. Ma certo dove passano i bimbi, bisogna fare ancora più attenzione.
Se non temessi di compiere un atto abusivo (avranno sicuramente il permesso questi cartelli), ne metterei un altro per aiutare i piccoli.
Care mamme, non parcheggiate attaccate all'asilo, in doppia fila e ovunque possiate mettere in pericolo i vostri bambini. Più ancora dei bisognini di Fido, mi sa.
A proposito: potreste anche non parcheggiare davanti al mio cancello? Io ormai sono grande, ma non so ancora volare.
Arguta Paffuta is back.
Proprio vicino all'asilo, non sta bene, non si può. E io che pensavo che ovunque fosse vietato sporcare il marciapiede. Ma certo dove passano i bimbi, bisogna fare ancora più attenzione.
Se non temessi di compiere un atto abusivo (avranno sicuramente il permesso questi cartelli), ne metterei un altro per aiutare i piccoli.
Care mamme, non parcheggiate attaccate all'asilo, in doppia fila e ovunque possiate mettere in pericolo i vostri bambini. Più ancora dei bisognini di Fido, mi sa.
A proposito: potreste anche non parcheggiare davanti al mio cancello? Io ormai sono grande, ma non so ancora volare.
Arguta Paffuta is back.
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Notte e il vento spazza via il tempo
Un amico ti sussurra, mentre esci nel vento: il tempo è galantuomo.
E tu ti incavoli. Lo diceva mio fratello, che da quattro anni è senza tempo. Mentre i bastardi che l'hanno dilaniato, sembrano prosperare nonostante tutto.
Così corri nel vento, furibonda. Finché una luna smerigliata ti avvisa: guarda che il vento spazza via tutto, anche il tempo.
Mio fratello ha ragione. E chi pensa di prosperare, è un coccio gettato contro un muro di cemento. Crede di brillare, ancora, prospera nei social prima che nella vita perché non c'è nulla di più virtuale della fortuna.
Ma il tempo rende tutti prigionieri, prima di consegnarsi alla saggia eternità.
Notte e il vento spazza via il tempo.
E tu ti incavoli. Lo diceva mio fratello, che da quattro anni è senza tempo. Mentre i bastardi che l'hanno dilaniato, sembrano prosperare nonostante tutto.
Così corri nel vento, furibonda. Finché una luna smerigliata ti avvisa: guarda che il vento spazza via tutto, anche il tempo.
Mio fratello ha ragione. E chi pensa di prosperare, è un coccio gettato contro un muro di cemento. Crede di brillare, ancora, prospera nei social prima che nella vita perché non c'è nulla di più virtuale della fortuna.
Ma il tempo rende tutti prigionieri, prima di consegnarsi alla saggia eternità.
Notte e il vento spazza via il tempo.
Se non siamo obbligati a cambiare il mondo
No, non siamo obbligati a cambiare il mondo. Neanche noi stessi, impresa persino più difficile.
Ma a voler ben guardare, neanche a vivere.
Ma a voler ben guardare, neanche a vivere.
Harper e Truman
Briciole su dita impazienti: ciò mi sembra di conoscere di Harper Lee.
Briciole che mi saziano mai, ma mi invitano a scavare sempre: quanto mi sembra di conoscere di Truman Capote, autore indiscusso della mia letteratura.
Così penso: che assurdità, che emozione allo stesso tempo.
Harper e Truman si abbracciano, dopo lungo tempo. Ammesso che il tempo esista.
Briciole che mi saziano mai, ma mi invitano a scavare sempre: quanto mi sembra di conoscere di Truman Capote, autore indiscusso della mia letteratura.
Così penso: che assurdità, che emozione allo stesso tempo.
Harper e Truman si abbracciano, dopo lungo tempo. Ammesso che il tempo esista.
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giovedì 18 febbraio 2016
Argini
Argini fragili, orgogliosi, un po' stanchi.
Li metti, li togli se vuoi, hai una sola certezza.
Non farteli spostare mai, è un gesto che spetta solo a te.
Ciò che è giusto
Ci sono cose che sappiamo essere giuste, e altre terribilmente sbagliate. Siamo dannatamente fragili e non possiamo imporle agli altri.
Ma nemmeno imporre il contrario a noi stessi.
Ma nemmeno imporre il contrario a noi stessi.
Tutto questo materialismo
Tutto questo materialismo, si sgretolerà, mi dice un amico.
Oppure ci sgretoleremo noi.
Oppure ci sgretoleremo noi.
Notte e quando tutto sembrava altissimo
Chissà perché la conversazione si sposta sul palazzo altissimo, dove altissima sembrava ogni cosa. Io confido al mio interlocutore che andavo a casa dei miei amici per capire cosa sentissi. Giocavamo a palla sul piccolo terrazzo e non potevo confessare il mio brivido infantile: vedere il pallone rimbalzare, a dieci piani d'altezza, e vederlo piccolo, fragile, quasi quanto noi.
E quando ci fu il terremoto, ricordo le voci attorno a me e papà: speriamo che quel grattacielo non venga giù o ci travolge tutti.
Al suo cospetto, provavo ammirazione, terrore, disorientamento.
Oggi non credo nemmeno più sia altissimo. E non sono nemmeno sicura di essere cresciuta.
Notte e quando tutto sembrava altissimo.
E quando ci fu il terremoto, ricordo le voci attorno a me e papà: speriamo che quel grattacielo non venga giù o ci travolge tutti.
Al suo cospetto, provavo ammirazione, terrore, disorientamento.
Oggi non credo nemmeno più sia altissimo. E non sono nemmeno sicura di essere cresciuta.
Notte e quando tutto sembrava altissimo.
Attimo inconfondibile
C'è un attimo inconfondibile, in cui la giornata si congeda. Senza mestizia, perché affronta l'ultima fretta, l'ultima carezza del sole, per tornare a casa.
L'aria così confusa, eppure vestita di una bizzarra sicurezza.
La giornata si spegne, per riaccendere la fiamma tra poche ore. E intanto avvolgerci nella nostra sera.
mercoledì 17 febbraio 2016
Notte e ci sono passata
Non potrei descrivere le emozioni di questi giorni, il cercare di trasmettere qualcuno che non conoscevo, eppure con naturalezza mi sembra di conoscere da sempre.
Grazie a lui ho ritrovato un tessitore che pensavo lontano, ne ho conosciuto un nuovo, ho cercato di consolare un amico e oggi ho potuto ascoltare un figlio.
Anch'io sono una figlia.
Un papà che sapeva lottare, amare, aiutare, se n'è andato una mattina e non ho trovato più il bandolo della matassa di me stessa. Sono andata avanti, per lui. Sono andata avanti, per me, come mi spronava a fare.
E oggi mentre ascoltavo un figlio, io pensavo, gli dicevo: ci sono passata anch'io.
Lui mi rispondeva: lo so, lo sento.
Non ci conosciamo mai veramente, eppure ci troviamo solcando la stessa strada. E cerchiamo, ancora.
Notte, e ci sono passata.
Grazie a lui ho ritrovato un tessitore che pensavo lontano, ne ho conosciuto un nuovo, ho cercato di consolare un amico e oggi ho potuto ascoltare un figlio.
Anch'io sono una figlia.
Un papà che sapeva lottare, amare, aiutare, se n'è andato una mattina e non ho trovato più il bandolo della matassa di me stessa. Sono andata avanti, per lui. Sono andata avanti, per me, come mi spronava a fare.
E oggi mentre ascoltavo un figlio, io pensavo, gli dicevo: ci sono passata anch'io.
Lui mi rispondeva: lo so, lo sento.
Non ci conosciamo mai veramente, eppure ci troviamo solcando la stessa strada. E cerchiamo, ancora.
Notte, e ci sono passata.
Impegnati a capire
Quando gli altri sono impegnati a capire (e già parlo delle persone care, perché le altre se ne sbattono solennemente), se sto piangendo davvero, perché verso lacrime e cosa fare.
Tu sei già aggrappata a me e cerchi di leccare via il pianto e le sue ragioni, cagnolina mia.
Ma noi siamo i superiori esseri umani, o così diciamo.
Tu sei già aggrappata a me e cerchi di leccare via il pianto e le sue ragioni, cagnolina mia.
Ma noi siamo i superiori esseri umani, o così diciamo.
Parole estremamente intelligenti
A volte cerco parole estremamente intelligenti: scavo dentro di me, le adocchio, le faccio venire a galla e sono pronta a pronunciarle.
Poi le guardo e mi sembrano così spelacchiate.
A volte cerco parole estremamente intelligenti.
Poi, cerco ancora.
Poi le guardo e mi sembrano così spelacchiate.
A volte cerco parole estremamente intelligenti.
Poi, cerco ancora.
martedì 16 febbraio 2016
Una macchia buia nella notte
Nella notte ho incontrato un'auto a luci spente. Una macchia dissolta nel buio, che prende consistenza all'improvviso sotto un lampione.
E ce l'ho a fianco, vorrei avvisare, suonare il clacson non mi viene in mente, solo un gesto assurdo.
Picchiare sui vetri e fare cenno con le mani.
Forse tutto ciò mi sta dicendo di più.
Mentre torna a far parte del buio, mi chiedo questo: come non si possa vedere l'oscurità che è, che si è, come la facciamo entrare in noi e non la distinguiamo più. E facciamo le azioni più assurde per non riavere la luce, in noi e negli altri.
Chi mi fa una domanda
Adoro chi mi fa domande. Chi dedica un solo istante a interessarsi di me.
Figurarsi chi si ferma ad ascoltare la risposta.
Notte e quel canto più tenero di tutto
Via dal capannone, c'è una natura che freme e non volevo crederlo. Forse, è solo la luna, uno scampolo di luna che però si pettina e si vanta fino a brillare come se fosse intero.
No, perché la vista è scarsa e addormentata. C'è un suono che mi percuote, come fuori tempo. Un uccello, poi un altro. Ma è sera, non possono essere loro.
Finché un battito d'ali testardo vedo nel buio della notte. Oh sì, c'è un canto tenero, più tenero di tutto. E la natura più forte di tutto quel cemento.
Notte e quel canto più tenero di tutto.
Cosa importa delle bombe
Le bombe, che polverizzano vita e speranza. E noi non siamo interessati, neanche più alla misera contabilità dei morti.
Cosa importa delle bombe. Importa a volte più chi le lancia: amici, nemici, certificati dalla moda come cattivoni o eroi di turno.
Non contano le vite.Non contano le speranze.
Contiamo noi, e i nostri gusti ondeggianti. Finché siamo lontani dalle bombe.
Cosa importa delle bombe. Importa a volte più chi le lancia: amici, nemici, certificati dalla moda come cattivoni o eroi di turno.
Non contano le vite.Non contano le speranze.
Contiamo noi, e i nostri gusti ondeggianti. Finché siamo lontani dalle bombe.
I randagi, (di) tutti noi
Mi stravolge e mi ricompone ciò che scrive Viviana, donna impegnata a salvare animali (quindi creature con l'anima).
I randagi, sono di tutti. Sono di tutti noi, perché nostra responsabilità.Ciò che sbaglia in un atto di crudeltà un uomo, si riversa su tutti, su una specie arrogante come la nostra, che pensa di poter guidare il mondo.
Ma il mondo è di Dio, e Lui ci chiedeva solo pietà per ogni sua creatura.
I randagi sono di tutti noi.
Siamo noi, abbandonati anche da noi stessi.
I randagi, sono di tutti. Sono di tutti noi, perché nostra responsabilità.Ciò che sbaglia in un atto di crudeltà un uomo, si riversa su tutti, su una specie arrogante come la nostra, che pensa di poter guidare il mondo.
Ma il mondo è di Dio, e Lui ci chiedeva solo pietà per ogni sua creatura.
I randagi sono di tutti noi.
Siamo noi, abbandonati anche da noi stessi.
Non puoi tessere per sempre
Ogni filo è prezioso, un tesoro che non si trova in alcun listino: quindi, ancora più incommensurabile.
Se il filo che ha iniziato quest'opera sei tu, forse vale la pena ricordartelo.
Non puoi tessere per sempre. Specialmente se questo comporta dimenticarti che il primo filo sei stato tu: non devi montarti la testa, ma neanche perderti tra i fili senza ricordare che anche tu devi provare gioia. Devi vivere mentre fai parte di questa grande opera che è la tessitura delle anime.
Non puoi tessere per sempre, se non ti ricordi di essere felice.
Vanity a Casa
Vanity. Non riesco a scrivere altro accanto a un nome che non era neanche più tuo.
Da rocker ti guardavamo con più attenzione quando la tua vita era intrecciata con quella di Nikki Sixx. Avete conosciuto la distruzione, vi ha fissato negli occhi e ha cercato di abbracciarvi.
Non ce l'ha fatta. Non con Nikki.
Non con te, mi viene da dire anche oggi nonostante la tua partenza. Non so se sia vero, dopo tanta sofferenza inflitta dalla malattia, che tu hai affermato ai tuoi compagni di fede: sono pronta a tornare a casa.
Mi piace crederlo. Mi piace crederGli: perché il nostro Creatore ti ha abbracciata già e su c'è un sacco di gente che vuole farlo.
Riposa in pace.
Da rocker ti guardavamo con più attenzione quando la tua vita era intrecciata con quella di Nikki Sixx. Avete conosciuto la distruzione, vi ha fissato negli occhi e ha cercato di abbracciarvi.
Non ce l'ha fatta. Non con Nikki.
Non con te, mi viene da dire anche oggi nonostante la tua partenza. Non so se sia vero, dopo tanta sofferenza inflitta dalla malattia, che tu hai affermato ai tuoi compagni di fede: sono pronta a tornare a casa.
Mi piace crederlo. Mi piace crederGli: perché il nostro Creatore ti ha abbracciata già e su c'è un sacco di gente che vuole farlo.
Riposa in pace.
lunedì 15 febbraio 2016
Notte e quello che sono stata
Una persona unica, nella mia vita, come ciascuna dovrebbe essere, mi aiuta a vedere la via. E all'improvviso ci troviamo in una sera di 17 anni fa, quando abbiamo fatto cose folli per le creature, perché ci sembravano giuste.
Quella persona è unica, perché negli altri vede sempre l'umanità, non il ruolo. Per lui, sono ancora una ragazzina, una di quelle che ricaccia indietro le lacrime e si butta con passione in ciò che fa. Che incespica, ma cribbio se va avanti. Che non chiede nulla, perché è troppo orgogliosa. Ma in qualche modo, sa cos'è giusto.
Una scarsa anima che però non sa mentire, con i silenzi e con le parole ti dice ciò che le stai facendo. E se non la ascolti, se vai oltre, è perché non te ne frega niente.
Allora, starai senza di lei.
Me lo deve ricordare una persona unica, per la quale sono ancora una ragazzina, orgogliosamente me stessa, sbagliata e fedele allo stesso tempo.
Quello che sono stata, continuerò a esserlo.
Nottee quello che sono stata.
Quella persona è unica, perché negli altri vede sempre l'umanità, non il ruolo. Per lui, sono ancora una ragazzina, una di quelle che ricaccia indietro le lacrime e si butta con passione in ciò che fa. Che incespica, ma cribbio se va avanti. Che non chiede nulla, perché è troppo orgogliosa. Ma in qualche modo, sa cos'è giusto.
Una scarsa anima che però non sa mentire, con i silenzi e con le parole ti dice ciò che le stai facendo. E se non la ascolti, se vai oltre, è perché non te ne frega niente.
Allora, starai senza di lei.
Me lo deve ricordare una persona unica, per la quale sono ancora una ragazzina, orgogliosamente me stessa, sbagliata e fedele allo stesso tempo.
Quello che sono stata, continuerò a esserlo.
Nottee quello che sono stata.
Se carichi di smancerie
Se carichi di smancerie le tue richieste, non sei meno bastardo.
Casomai, molto di più,
Cara. Smack smack, aaah.
Una risposta civile per te: pfui.
Casomai, molto di più,
Cara. Smack smack, aaah.
Una risposta civile per te: pfui.
L'amore da premiare
Torno nel magnifico luogo al cospetto del lago Maggiore, al cospetto di un albero della vita poderoso. Cambiare cornice per il premio di parole d'amore vergato nel nome di Mario Berrino, mi spinge a cercare ancora dentro più gli altri e me stessa.
Ha ragione una cara persona che a Ispra ha condiviso l'esperienza della giuria con me anche quest'anno, sentire le opere scandite interpretate da un lettore esperto le fa percepire in modo differente, più intenso. Ritrovo una poesia che ho tanto amato, rivivo con consapevolezza una lirica di un autore della città tra le più adorate da me.
Vedo in prima fila un artista che mi ha sempre fatto cogliere le poesie, più capirle, e vorrei che ne leggesse ancora. Mica ho vergogna di trattenere le lacrime, quando risento quel vuoto che viene da un'esperienza piena, per un istante.
Poi le ragazzine. Noi adulti a impartire mille consigli, ma loro sembrano aver già capito tutto.
L'amore da premiare, è quello che non osa mettersi in vetrina. Già sazio di sé.
Grazie, premio Berrino.
Ha ragione una cara persona che a Ispra ha condiviso l'esperienza della giuria con me anche quest'anno, sentire le opere scandite interpretate da un lettore esperto le fa percepire in modo differente, più intenso. Ritrovo una poesia che ho tanto amato, rivivo con consapevolezza una lirica di un autore della città tra le più adorate da me.
Vedo in prima fila un artista che mi ha sempre fatto cogliere le poesie, più capirle, e vorrei che ne leggesse ancora. Mica ho vergogna di trattenere le lacrime, quando risento quel vuoto che viene da un'esperienza piena, per un istante.
Poi le ragazzine. Noi adulti a impartire mille consigli, ma loro sembrano aver già capito tutto.
L'amore da premiare, è quello che non osa mettersi in vetrina. Già sazio di sé.
Grazie, premio Berrino.
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Ogni tanto qualcuno ti delude
Ogni tanto qualcuno ti delude. Una crepa, un fulmine, una pietra. Ogni tanto qualcuno ti delude e ti aiuta a imparare qualcosa, più di quando staresti ad ascoltarlo per ore: imparare prima di tutto su di te.
domenica 14 febbraio 2016
Luci che non corrono
Ci sono luci che non possono restare, eppure non corrono.
Il tempo con loro non si conta, ma si diffonde come un bacio di cui conservi l'emozione.
Si posano su un mattino da cui non sai cosa aspettarti e anche quando se ne vanno, ne sentì la polvere brillante addosso.
Luci che non corrono, colorano le tue ore anche da lontano.
Chi ha meno fortuna di te
Sono felice di abbracciare un amico e di ripercorrere tanti anni insieme. Lui sta combattendo una dura battaglia e io cerco di sottrarmi al pensiero che mi insegue: non è giusto.
I nostri ricordi si intrecciano, si perdono tra la commozione e una risata. Poi lui sospira, ma subito aggiunge: c'è chi sta peggio di me, chi è meno fortunato.
E credo che tra le tante fortune che ho, sia conoscere questo guerriero gentile.
I nostri ricordi si intrecciano, si perdono tra la commozione e una risata. Poi lui sospira, ma subito aggiunge: c'è chi sta peggio di me, chi è meno fortunato.
E credo che tra le tante fortune che ho, sia conoscere questo guerriero gentile.
Notte e se non appartieni
Di viaggio in viaggio ti trovi o rischi di perderti. Ci sono momenti in cui è chiaro che non appartieni a un luogo. Non è doloroso, perché forse i luoghi nemmeno esistono.
Ma respiri quel l'aria di mare, aspra e autentica, e sai che le appartieni. Non importa quante valigie tu abbia: imbarca ciò che sei, non ciò che hai.
Notte e se non appartieni, parti.
Ma respiri quel l'aria di mare, aspra e autentica, e sai che le appartieni. Non importa quante valigie tu abbia: imbarca ciò che sei, non ciò che hai.
Notte e se non appartieni, parti.
Dialoghi reali - precisione sempre
- Ma quel signore là?
- Di chi stai parlando, scusa?
- Vedi che non eri attenta?
- Ma attenta a chi? Cosa?
- A quello che stavo dicendo.
- Va bene, ora mi dici di chi stavi parlando?
- Il tuo amico lì.
tutto chiaro.
- Di chi stai parlando, scusa?
- Vedi che non eri attenta?
- Ma attenta a chi? Cosa?
- A quello che stavo dicendo.
- Va bene, ora mi dici di chi stavi parlando?
- Il tuo amico lì.
tutto chiaro.
Uscire nell'amore
Aprire la porta e respirare tutto ciò che è stato creato. Non l'hanno fatto per te, eppure è un dono immenso di cui puoi godere anche tu. Che puoi proteggere far vivere.
Uscire nell'amore è prenderne atto, sorridere, non temere, accarezzare con le dita o con lo sguardo.
E quando incontri una creatura che non può parlare, ti sgridi per la tua ottusa visione. Ti sta già comunicando qualcosa che il tuo cuore si lasciava sfuggire.
Uscire nell'amore, in un giorno di inverno dove la natura non riposa, è dire grazie e stupirsi come un bambino, ancora.
http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chi-ha-bisogno-di-willy-ebook.html
Uscire nell'amore è prenderne atto, sorridere, non temere, accarezzare con le dita o con lo sguardo.
E quando incontri una creatura che non può parlare, ti sgridi per la tua ottusa visione. Ti sta già comunicando qualcosa che il tuo cuore si lasciava sfuggire.
Uscire nell'amore, in un giorno di inverno dove la natura non riposa, è dire grazie e stupirsi come un bambino, ancora.
http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/chi-ha-bisogno-di-willy-ebook.html
sabato 13 febbraio 2016
Notte e i volti del mio paese
Borbottano che il mio paese sia chiuso, ma noi non lo conosciamo mai abbastanza. Ogni giorno, ogni notte ne scopriamo un volto.
Le sue mura sono orgogliose e circondano la sua storia. Ma stasera abbiamo gustato l'enclave calabrese, a pochi metri da quella campana. E nel silenzio strappato del Carnevale un locale quieto si veste di luci e batteria devastante. Passa un immigrato in bicicletta e rallenta, come indeciso se entrare.
Io gli sussurrerei di farlo, perché il mio paese ha tanti volti. E forse ne vuole avere anche di più,
Notte e i volti del mio paese.
Le sue mura sono orgogliose e circondano la sua storia. Ma stasera abbiamo gustato l'enclave calabrese, a pochi metri da quella campana. E nel silenzio strappato del Carnevale un locale quieto si veste di luci e batteria devastante. Passa un immigrato in bicicletta e rallenta, come indeciso se entrare.
Io gli sussurrerei di farlo, perché il mio paese ha tanti volti. E forse ne vuole avere anche di più,
Notte e i volti del mio paese.
Respect - canzone per la notte
Che squisito compleanno, per una simile canzone. Sembra antica, come questa parola.
Rispetto, che brivido dà? Che c'entra con l'amore tutto?
Quando dico una cosa intelligente. Quando pronuncio una solenne sciocchezza. Quando taccio e tu mi guardi.
Leggo amore, leggo rispetto.
Più di un poco, perché sei il mio tutto.
Respect, Aretha Franklin, canzone per questa notte.
Rispetto, che brivido dà? Che c'entra con l'amore tutto?
Quando dico una cosa intelligente. Quando pronuncio una solenne sciocchezza. Quando taccio e tu mi guardi.
Leggo amore, leggo rispetto.
Più di un poco, perché sei il mio tutto.
Respect, Aretha Franklin, canzone per questa notte.
Ho attraversato ogni pioggia
Ho attraversato ogni pioggia. Dolce, aspra, sensuale, spietata. Ho diviso il cuore con l'acqua, mi sono trovata in balìa di fiumi che neanche esistevano fino a un attimo prima. Ho ringraziato il cielo, ne ho implorato la pietà.
Ho attraversato ogni pioggia. E ancora nulla ho visto, la pelle che ancora sa scoprirsi arida.
Ho attraversato ogni pioggia. E ancora nulla ho visto, la pelle che ancora sa scoprirsi arida.
Mi piace spettinare
Mi piace spettinare i tuoi capelli, come i tuoi pensieri. Per vederti meglio e più gioiosamente ringraziare chi mi ha offerto il dono del tuo incontro.
Io sulla mia strada perennemente distratta, non posso essermi accorta da sola del tesoro che splendeva. Mi sarei messa sdegnata gli occhiali da sole, come un Giona di passaggio.
Ma ogni tanto quando mi perdo o corro avanti, mi giro all'improvviso. Quell'attimo che mi consente di spettinare i tuoi capelli come i tuoi pensieri, e quell'attimo non finisce.
Io sulla mia strada perennemente distratta, non posso essermi accorta da sola del tesoro che splendeva. Mi sarei messa sdegnata gli occhiali da sole, come un Giona di passaggio.
Ma ogni tanto quando mi perdo o corro avanti, mi giro all'improvviso. Quell'attimo che mi consente di spettinare i tuoi capelli come i tuoi pensieri, e quell'attimo non finisce.
venerdì 12 febbraio 2016
Paul e Ace, trent'anni dopo
Sono già trascorsi più di 30 anni? Ripenso a quei primi passi con i Kiss, quando Ace Frehley era il mio preferito, indiscusso. Ostinatamente, anche dopo, quando l'extraterrestre scelse un altro pianeta di vita e musicale.
Quanti bisticci, anche quando una riunione, bene o male, si fece e riuscì a strapazzarmi il cuore, con canzoni che ancora mi parlavano.
Nel frattempo se dovevo scegliere un preferito, optavo per Paul Stanley. Perché costa cercare di rigare dritto o così pare, di sfiorare i sogni, soprattutto quelli che non si possono dichiarare perché qualcuno te li bollerà come banali. Perché un sacco di cose. E di mezzo, interviste al vetriolo, libri in cui devi prendere le distanze.
Più facili quei trenta e passa anni separati, piuttosto che quei dieci scarsi insieme su un palco, così differenti: eppure lì nacquero tesori di note.
Oggi leggo che all'album di Ace Frehley parteciperà anche Paul Stanley. E sono adolescente abbastanza da pensare che questo metta un po' di ordine persino nella mia vita.
Quanti bisticci, anche quando una riunione, bene o male, si fece e riuscì a strapazzarmi il cuore, con canzoni che ancora mi parlavano.
Nel frattempo se dovevo scegliere un preferito, optavo per Paul Stanley. Perché costa cercare di rigare dritto o così pare, di sfiorare i sogni, soprattutto quelli che non si possono dichiarare perché qualcuno te li bollerà come banali. Perché un sacco di cose. E di mezzo, interviste al vetriolo, libri in cui devi prendere le distanze.
Più facili quei trenta e passa anni separati, piuttosto che quei dieci scarsi insieme su un palco, così differenti: eppure lì nacquero tesori di note.
Oggi leggo che all'album di Ace Frehley parteciperà anche Paul Stanley. E sono adolescente abbastanza da pensare che questo metta un po' di ordine persino nella mia vita.
Dialoghi reali - Il gestaccio
- Ehi, ma che gestaccio è quello?
- Lo faccio, così non puoi metterlo nei dialoghi reali.
Vado a fare un disegno.
- Lo faccio, così non puoi metterlo nei dialoghi reali.
Vado a fare un disegno.
Notte e siamo tutti troppo fragili
Siamo tutti troppo fragili, per resistere alla pioggia o farne a meno. Siamo tutti troppo fragili, per poterlo dichiarare. E quando cadiamo, cadiamo in basso, siamo felici in fondo di non rischiare più vertigini. Ma non possiamo gridarlo e ci osserviamo reciprocamente con cipiglio.
Siamo tutti troppo fragili per non rimproverare gli altri.
Balliamo sotto la pioggia per fingere di sentire musica.
Notte e siamo tutti troppo fragili.
Siamo tutti troppo fragili per non rimproverare gli altri.
Balliamo sotto la pioggia per fingere di sentire musica.
Notte e siamo tutti troppo fragili.
giovedì 11 febbraio 2016
Dialoghi reali - il sole
- guarda che bello.
- che cosa?
- alla finestra, questi colori, questo spettacolo della mattina.
- il sole? Tanto poi va via.
Grazie
Ma che cosa sto facendo?
Il silenzio afferra uno scalpello e spazza via tutti i pensieri già accumulatisi su di te, in uno stiracchiarsi di mattina.
Vedi schizzare nell'aria tutti quei frammenti inutili.
Rimane solo un pensiero: ma che cosa sto facendo?
Finché un altro sorride timido: che cosa posso fare ora, per darmi una risposta diversa, per costruirla con la vita.
Notte e come tantissimi anni fa
Poi il mio saluto viene portato a una persona speciale, una alla quale devo tanto. In un anno mi insegnò moltissimo sul lavoro.
In una sera, di più nella vita.
- Hai il raffreddore?
- (troppo in fretta per poter negare) No.
- Vai a casa… non voglio che tu stia lì a lavorare, perché non puoi piangere a casa. Non voglio che tu pianga.
Tantissimi anni fa, mi hai insegnato a scrivere meglio. Ma di più ancora, a non nascondere di essere una persona. E oggi quando mi mandi un saluto, sono felice.
Sono una persona, sempre. E tu, anche di più.
Notte e come tantissimi anni fa.
In una sera, di più nella vita.
- Hai il raffreddore?
- (troppo in fretta per poter negare) No.
- Vai a casa… non voglio che tu stia lì a lavorare, perché non puoi piangere a casa. Non voglio che tu pianga.
Tantissimi anni fa, mi hai insegnato a scrivere meglio. Ma di più ancora, a non nascondere di essere una persona. E oggi quando mi mandi un saluto, sono felice.
Sono una persona, sempre. E tu, anche di più.
Notte e come tantissimi anni fa.
Le mani sporche di colori
Io so cosa vorrei, per cosa lottare.
Le mani sporche di colori. Sfumature che solcano la pelle, non perché io sappia insegnare.
Piuttosto, perché voglio imparare.
Le mani sporche di colori. Sfumature che solcano la pelle, non perché io sappia insegnare.
Piuttosto, perché voglio imparare.
Scorre così vicina
Sui treni la vita scorre così vicina, da farti quasi dimenticare la tua.
Finché la ritrovi in uno sguardo, in una pagina, in un battere il tacco con trepidazione pensando alla prossima meta.
In un sorriso sfuggito o in occhi fondi come la notte.
Sui treni la vita scorre vicina, finché te la riprendi.
Innamorarsi delle verità
Innamorarsi delle verità, subito, urlarle con una convinzione che forse tradisce uno sdegno nascosto in un angolo di noi.
Perché sì, dovremmo sdegnarci, visto che ci innamoriamo di verità e le esibiamo, per non compiere la fatica di cercarle.
mercoledì 10 febbraio 2016
Un frammento di luna
Deve essere rimasta impigliata nei sogni la luna, o almeno un suo frammento.
Perché dicono che questo mattino sia grigio: ma io lo vedo d'argento.
Migliori degli altri
Tutte le volte in cui ci sentiamo migliori degli altri, possiamo contare su una terribile certezza.
Siamo già peggiorati.
Siamo già peggiorati.
Notte e il vento danza ancora
Ha lasciato cadere l'arroganza, come un abito che si abbandona per la notte. E ora, il vento danza, danza ancora.
Lo fa senza dare troppo nell'occhio, come nei balli di una volta celati dal buio. Lo fa sussurrando e accarezzando, ma ritraendosi se teme di essere scoperto.
E sentiamo che stanotte potremmo danzare anche noi.
Notte e il vento danza ancora.
Lo fa senza dare troppo nell'occhio, come nei balli di una volta celati dal buio. Lo fa sussurrando e accarezzando, ma ritraendosi se teme di essere scoperto.
E sentiamo che stanotte potremmo danzare anche noi.
Notte e il vento danza ancora.
Non entro in questo cielo
Rivolgo la mia ammirazione a questo cielo blu, perfetto e divorante. Uno specchio pulito vigorosamente dal vento, che sembra voler condividere la sua bellezza, donarla a noi mortali.
Ma non entro in questo cielo azzurro da impazzire. Troppo macchiata di nebbia ed errori, gli dedico uno sguardo grato, poi corro sulla mia strada imperfetta di colori senza gloriarmi ma cercando di non fermarmi.
Ma non entro in questo cielo azzurro da impazzire. Troppo macchiata di nebbia ed errori, gli dedico uno sguardo grato, poi corro sulla mia strada imperfetta di colori senza gloriarmi ma cercando di non fermarmi.
Incontri chi chiami
Mi accade di allontanarmi e voler restare sola per capire, sentire cosa un mondo voglia dirmi. Non con parole, ma colori e morbidezza.
E quando sono più persa, sento una voce alle spalle. Ha un accento inequivocabilmente toscano, eppure afferma di essere mio concittadino, il signore, impegnato in un dialogo. E si lamenta scherzosamente di come veniamo trattati da taluni, che si credono superiori.
Io mi giro e rido, rido forte. Lui mi osserva e gli chiedo perdono. Mi racconta la sua storia, io la mia. Il tutto davanti a un giovanissimo steward che probabilmente pensa che siamo pazzi.
Un bustocco che parla toscano, una filosofa che non si sa di cosa parla. Quando me ne vado, capisco che quel ragazzino testimone assomiglia a un angelo.
E che per vivere, a volte, incontri chi chiami.
E quando sono più persa, sento una voce alle spalle. Ha un accento inequivocabilmente toscano, eppure afferma di essere mio concittadino, il signore, impegnato in un dialogo. E si lamenta scherzosamente di come veniamo trattati da taluni, che si credono superiori.
Io mi giro e rido, rido forte. Lui mi osserva e gli chiedo perdono. Mi racconta la sua storia, io la mia. Il tutto davanti a un giovanissimo steward che probabilmente pensa che siamo pazzi.
Un bustocco che parla toscano, una filosofa che non si sa di cosa parla. Quando me ne vado, capisco che quel ragazzino testimone assomiglia a un angelo.
E che per vivere, a volte, incontri chi chiami.
Ogni mattina, la tua grotta
Tempestata di immagini, so dove rifugiarmi. Non nel grande santuario. Preferisco arrivare in silenzio nella tua grotta.
Quella così silenziosa, eppure gli uccellini cantano come un'orchestra che non conosce riposo. Ogni bagliore di alba, anonimo o frizzante, me lo ricorda.
Io sono alla grotta di Lourdes e ho incontrato appena una manciata di persone lungo la via. Sono libera e sono tua, creatura pessima e amata, Signore.
Ogni mattina, la tua grotta mi salva.
Quella così silenziosa, eppure gli uccellini cantano come un'orchestra che non conosce riposo. Ogni bagliore di alba, anonimo o frizzante, me lo ricorda.
Io sono alla grotta di Lourdes e ho incontrato appena una manciata di persone lungo la via. Sono libera e sono tua, creatura pessima e amata, Signore.
Ogni mattina, la tua grotta mi salva.
martedì 9 febbraio 2016
Esagero
Esagero, quando non corro da te. Quando mi do ancora tempo. Quando resto lontana, per non disturbarti.
Esagero quando mi fermo nel contare le stelle, come se non importasse davvero.
Esagero, quando non rido o piango, perché bisogna rimanere impassibili.
Esagero, se rinuncio anche un solo istante a te.
Esagero quando mi fermo nel contare le stelle, come se non importasse davvero.
Esagero, quando non rido o piango, perché bisogna rimanere impassibili.
Esagero, se rinuncio anche un solo istante a te.
È la pioggia che insegna
Ho questa maledizione che non uso l'ombrello, se non in casi estremi.
Ma è anche perché credo che la pioggia insegni e io sono tarda e dura d'orecchi. Solo lei mi convince: guarda che questo, non sei obbligata a farlo ora. E mi sussurra fin sotto la pelle.
Io la respiro senza ripari estranei e alla fine mi illudo di trovarmi fradicia di saggezza.
È la pioggia che insegna e io provo ad ascoltarla.
Ma è anche perché credo che la pioggia insegni e io sono tarda e dura d'orecchi. Solo lei mi convince: guarda che questo, non sei obbligata a farlo ora. E mi sussurra fin sotto la pelle.
Io la respiro senza ripari estranei e alla fine mi illudo di trovarmi fradicia di saggezza.
È la pioggia che insegna e io provo ad ascoltarla.
Notte e ho toccato un vestito
Ascolti, respiri, cerchi di districarti tra la folla e tra le telecamere. Poi, vedi uno dei protagonisti con un vestito stupendo. Il colore, ma prima di tutto la stoffa.
C'è qualcosa che ti chiama, ma non sai bene cosa sia. Così compi il tuo dovere, domandi, annoti, però poi glielo devi chiedere: scusi, lei ha una giacca bellissima, posso toccare la manica, il tessuto? E lui dice: sì certo, un po' sarà contento da tessitore, un po' penserà anche che sei scema (questo lo sussurra Arguta Paffuta, per confondermi).
Ma poi lo so. Mio papà l'avrebbe fatto. E a ben guardare, lo fece anche un ragazzo tanti anni fa, la prima volta che lo conobbi come fidanzato di una mia cara amica. Fummo presentati e lui neanche me lo chiese; allungò la mano perché voleva sentire il velluto dei miei pantaloni.
Ho toccato un vestito, un gesto antico per cui mi sento felice come una bambina.
Notte e ho toccato un vestito.
Ps:a proposito, la mia amica oggi diventò la splendida moglie di quel ragazzo.
lunedì 8 febbraio 2016
Troppo vicino, troppo lontano
Non ho mai capito se ci sia più indifferente ciò che avviene vicino o lontano.
Basta mettere una bandierina, un confine per dire: non mi accorgo. Oppure: non ci posso fare niente.
L'alibi forse è che dobbiamo guardare noi stessi. Eppure mi sembra che sia il luogo di cui meno ci curiamo, ancora.
Notte e l'ultimo goccio
Non conto mai i chilometri e i pensieri insieme, perché prendono strade separate. Non mischio i sapori, finché non cedo a una consapevolezza: che alla fine, siamo un unico, grande ingrediente.
E oggi per non pensare troppo, ho assaggiato una pizza di lago. Ho incontrato una pasta anni '80, ho ceduto alla bellezza che scorre dalla Valtellina. Un boccone, un dito di bellezza rossa come i sentimenti più veri.
E quando torno a casa, posso finalmente lasciarmi andare e abbracciare, solo un poco, il mio whisky. Skye sta già muovendo le sue acque di gioia e gli angeli accorrono.
L'ultimo goccio. Di whisky, di te, di vita. Mi serve, per sapere dove ricominciare.
Notte e l'ultimo goccio.
E oggi per non pensare troppo, ho assaggiato una pizza di lago. Ho incontrato una pasta anni '80, ho ceduto alla bellezza che scorre dalla Valtellina. Un boccone, un dito di bellezza rossa come i sentimenti più veri.
E quando torno a casa, posso finalmente lasciarmi andare e abbracciare, solo un poco, il mio whisky. Skye sta già muovendo le sue acque di gioia e gli angeli accorrono.
L'ultimo goccio. Di whisky, di te, di vita. Mi serve, per sapere dove ricominciare.
Notte e l'ultimo goccio.
Dialoghi reali - smettere di continuare
- Comunque devi smetterla di dirmi che io non posso continuare a fare così.
... Devi smetterla di continuare a dirmi che io devo smettere...
- scusa me la mandi via whatsapp che temo di non ricordarmela bene.
Infatti.
... Devi smetterla di continuare a dirmi che io devo smettere...
- scusa me la mandi via whatsapp che temo di non ricordarmela bene.
Infatti.
Il bello di invecchiare
Il bello di invecchiare? Be', in realtà ci sono tanti aspetti deliziosi.
Uno è che non puoi permetterti di correre dietro a nessuno. Vivere ti impegna troppo.
Uno è che non puoi permetterti di correre dietro a nessuno. Vivere ti impegna troppo.
Se ti rallegri quando cado
Se ti rallegri quando cado, è triste. Perché significhi che vuoi vedermi più vicino a te.
domenica 7 febbraio 2016
Buon compleanno, ragazzaccio
Eccoli i 55, ragazzaccio. Dai che ti piace essere davanti ad Axl Rose.
Ti rivedo quasi moccioso che partivi all'assalto del mondo.
Ti rivedo sbruffone, poi impietrito, con il cuore che scoppia. Che riparti.
Ce l'hai raccontato anche tu tre mesi fa con i Motley Crue, quando ci offrivi l'ultima Home sweet Home insieme.
Ti hanno criticato, come sempre. Aspetto, voce, e via dicendo.
Ma quei brividi li avete saputi offrire solo voi. E ve ne sono grata.
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È tutto nel frammento di secondo
È tutto nel frammento di secondo in cui ancora non hai niente da fare. Quello in cui rimani sospeso a guardarti e guardare.
Quello in cui ami e basta: e quel minuscolo mozzicone di tempo sfiora l'eternità.
Notte e nel mio angolo
Nonostante le dichiarazioni di intenti - o forse a causa di quelle - non ho potuto godermi il mio guscio. Passeggiate, caffè, e anche quando sembravo rientrare, ero inondata dalle emozioni vergate da tanti sconosciuti. Poi altri momenti in cui sono stata spinta fuori e la gioia della festa di una sorella.
Adesso ricavo in silenzio il mio angolo. Il mio spazio, il mio silenzio, il mio whisky, la mia coperta.
Mentre la casa finge di addormentarsi per assecondare la mia anarchia, io già sogno.
Notte e nel mio angolo (mai sola).
Adesso ricavo in silenzio il mio angolo. Il mio spazio, il mio silenzio, il mio whisky, la mia coperta.
Mentre la casa finge di addormentarsi per assecondare la mia anarchia, io già sogno.
Notte e nel mio angolo (mai sola).
I processi via Facebook
I processi via Facebook vengono così facili.
Darsi un'occhiata nella coscienza, quasi impossibile.
Darsi un'occhiata nella coscienza, quasi impossibile.
Quelli che pensano sempre che parli di loro
Non prendertela con quelli che pensano sempre che parli di loro.
meritano comprensione. Perché parlano sempre di sé (e sempre ci pensano).
Arguta Paffuta is back.
meritano comprensione. Perché parlano sempre di sé (e sempre ci pensano).
Arguta Paffuta is back.
sabato 6 febbraio 2016
Stretti alla pioggia
Stretti alla pioggia, con la pelle, il respiro o gli occhi soltanto.
Non c'è differenza perché la materia e lo spirito si sciolgono insieme. Uniti da un battito di ciglia, da un corteo di lacrime di natura sconosciuta, da un canto che nessuno sa riprodurre.
Stretti alla pioggia e bagnati fino al midollo di libertà. Da quell'abbraccio, non vorremmo separarci mai.
Far ridere, far pensare
Leggere o ascoltare Flavio Oreglio: un piacere che non so esprimere. Perché anche quando qualcuno può pensare che giochi sul filo del sorriso, sente che c'è qualcosa di più saldo a cui aggrapparsi.
Ieri riflettevo alla presentazione di "Catartico!" alla Galleria Boragno e proprio questo è il punto. Dopo la risata, tutto era serissimo. Brevissimo, calzante, eppure capace di restare nell'anima.
Perché c'è sempre qualcosa da assorbire dal passato, qualcosa da inventare anche se nulla mai si inventa. C'è sempre quella voglia di vivere che incespica in problemi e banalità, ma poi si rialza con un sorriso.
Anche con la speranza espressa in uno degli aforismi di Flavio. Siamo nelle mani di Dio, speriamo non applauda.
Ieri riflettevo alla presentazione di "Catartico!" alla Galleria Boragno e proprio questo è il punto. Dopo la risata, tutto era serissimo. Brevissimo, calzante, eppure capace di restare nell'anima.
Perché c'è sempre qualcosa da assorbire dal passato, qualcosa da inventare anche se nulla mai si inventa. C'è sempre quella voglia di vivere che incespica in problemi e banalità, ma poi si rialza con un sorriso.
Anche con la speranza espressa in uno degli aforismi di Flavio. Siamo nelle mani di Dio, speriamo non applauda.
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Notte e basta un gesto
So che ho tutto il diritto di essere stanca. So che posso mandare al diavolo il mondo, abituarmi al suo menefreghismo e forse persino al mio.
Eppure, malamente poche cose ho imparato. Una, è che basta un gesto.
Flebile, insignificante, non lo noterà nessuno. Stenterò anch'io, che pur lo compio.
Basta un gesto per spezzare una monotonia, che mai è innocua. Basta un gesto per rivivere. Per dettare legge a se stessi o liberarsi.
e io - che stupore- l'ho compiuto. Se non lo vedono altri, non farà differenza.
Notte e basta un gesto.
Eppure, malamente poche cose ho imparato. Una, è che basta un gesto.
Flebile, insignificante, non lo noterà nessuno. Stenterò anch'io, che pur lo compio.
Basta un gesto per spezzare una monotonia, che mai è innocua. Basta un gesto per rivivere. Per dettare legge a se stessi o liberarsi.
e io - che stupore- l'ho compiuto. Se non lo vedono altri, non farà differenza.
Notte e basta un gesto.
Margherita - canzone per la notte
Che poi Margherita ti ricorda giusto due cose, ma cruciali.
Che fa male, un male bestiale, anche quando chi ami è tuo. Chissà perché, neanche puoi capirlo. Sei felice, eppure qualcosa ti punge. Come un promemoria della vita e della sua bastardaggine. L'incapacità di essere felici e basta.
Finché per fortuna, ti ricordi il primo significato di amare.
Fregartene di tutto e riempire il mondo di colori.
coi secchi di vernice coloriamo tutti i muri,
case, vicoli e palazzi, perché lei ama i colori
Margherita, Riccardo Cocciante, canzone per la notte.
Che fa male, un male bestiale, anche quando chi ami è tuo. Chissà perché, neanche puoi capirlo. Sei felice, eppure qualcosa ti punge. Come un promemoria della vita e della sua bastardaggine. L'incapacità di essere felici e basta.
Finché per fortuna, ti ricordi il primo significato di amare.
Fregartene di tutto e riempire il mondo di colori.
coi secchi di vernice coloriamo tutti i muri,
case, vicoli e palazzi, perché lei ama i colori
Margherita, Riccardo Cocciante, canzone per la notte.
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Masochismo scozzese
Masochismo è guardare, anche solo sbirciare Scozia-Inghilterra.
E non ricordarsi come è finita, in altri campi. Fare una gran confusione, tra sport, storia e vita.
Che poi, forse, è una gran confusione davvero.
E non ricordarsi come è finita, in altri campi. Fare una gran confusione, tra sport, storia e vita.
Che poi, forse, è una gran confusione davvero.
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venerdì 5 febbraio 2016
Valli in balìa del fuoco
Valli in balìa del fuoco, valli in balìa degli uomini. C'è un momento in cui tutto appare vano come la testa di chi si crede in possesso del destino altrui.
Siamo tutti fuoco, se lo crediamo. Siamo tutti incoscienti con piccoli gesti, per quanto ci sembrino minuscoli in confronto a quelli di un piromane.
Ma ogni giorno affidiamo le valli, la natura, ogni granello di terra, alla nostra onnipotenza.
Le valli in balìa di noi, finché cala una preghiera.
Siamo tutti fuoco, se lo crediamo. Siamo tutti incoscienti con piccoli gesti, per quanto ci sembrino minuscoli in confronto a quelli di un piromane.
Ma ogni giorno affidiamo le valli, la natura, ogni granello di terra, alla nostra onnipotenza.
Le valli in balìa di noi, finché cala una preghiera.
Notte e c'era un cortile
C'era un cortile scarno e intenso, che ti aveva catturato: tanto che volesti quel quadro e lo portasti a casa. Ho sempre pensato che più dell'opera contasse ciò che narrava. Scale verdeggianti, speranze in penombra, persiane verdi a loro volta, chiuse e felici.
Come eco di un altro cortile che avevi incontrato o solo pregustato.
Qualcosa che si è dischiuso, anche solo per un attimo. Come il cortile dei bisnonni, che vedo raramente, quando passo e come una benedizione le porte ormai elettroniche si aprono lentamente e mi regalano uno scorcio.
C'era un cortile in cui essere felici con poco.
Notte e c'era un cortile.
Come eco di un altro cortile che avevi incontrato o solo pregustato.
Qualcosa che si è dischiuso, anche solo per un attimo. Come il cortile dei bisnonni, che vedo raramente, quando passo e come una benedizione le porte ormai elettroniche si aprono lentamente e mi regalano uno scorcio.
C'era un cortile in cui essere felici con poco.
Notte e c'era un cortile.
dialoghi reali - Se uno non mi vuole
- Comunque io queste ossessioni non le capisco.
- Cioè?
- Se uno non mi vuole, non mi vuole. Via.
Precisa.
- Cioè?
- Se uno non mi vuole, non mi vuole. Via.
Precisa.
Franca Leosini come Colombo
Franca, non ti condona nulla. Franca, non dimentica che sei un essere umano, neanche nel momento in cui si specchiano nelle parole i tuoi delitti più terrificanti. In cui potresti provare disgusto.
Mi perdoni se sono un po' dissacrante. Ma Franca Leosini non mi ricorda solo che si può essere giornalisti anche oggi: precisi e poetici, per una strana alchimia, senza risparmiare nulla e senza infierire.
Lei mi rammenta - spostandomi in un universo di immaginazione - il tenente Colombo. Lui afferrava colui che riteneva l'assassino, lo seguiva con una insistenza, uno stalking impastato di una bizzarra umanità. E anche nel momento in cui lo incastrava, sapeva trattarlo da essere umano.
Un libro o un taccuino.
Mai una pietra in mano. Forse, bisogna essere troppo forti per riuscirvi.
Mi perdoni se sono un po' dissacrante. Ma Franca Leosini non mi ricorda solo che si può essere giornalisti anche oggi: precisi e poetici, per una strana alchimia, senza risparmiare nulla e senza infierire.
Lei mi rammenta - spostandomi in un universo di immaginazione - il tenente Colombo. Lui afferrava colui che riteneva l'assassino, lo seguiva con una insistenza, uno stalking impastato di una bizzarra umanità. E anche nel momento in cui lo incastrava, sapeva trattarlo da essere umano.
Un libro o un taccuino.
Mai una pietra in mano. Forse, bisogna essere troppo forti per riuscirvi.
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giovedì 4 febbraio 2016
Ancora troppo buio
Ci sono momenti in cui è ancora troppo buio per pensare, per vedere dove andare. È ancora troppo buio per credere nel mattino. E forse per spegnere i sogni, unica traccia di luce.
Io sto con gli esseri
Non si può dire, per una volta, io sto con gli esseri umani? O con gli esseri e basta, così forse si sarebbe più fedeli alle leggi del creato. Non mi risulta che l'uno sia stato incoronato a calpestare gli altri.
Ma va bene, diciamo: io sto con gli esseri umani, o con gli esseri e basta. Con le creature, tutte. Anche le più vili, apparentemente, le più seccanti, quelle - diciamolo - con cui non starei mai e poi mai.
Almeno sarebbe meno comodo di stare con la categoria del momento, quella più scontata o a facile applauso, approfittando per tingere il profilo social di turno.
Non sempre uomini
Non sempre, si può essere uomini. Ma più spesso possibile bisognerebbe sforzarsi di essere persone.
Dialoghi reali - Annunciare la presenza
- Ma tu che hai un'auto così grande e potente, che sfrecci a 100 all'ora in questa placida strada, che mi contempli piccola e immobile al mio stop, perché diavolo devi urlare con gli abbaglianti il tuo arrivo?
Rassicurami, Alice Cooper (happy birthday)
Ero così distratta di me, che mi stavo dimenticando del tuo compleanno. Per fortuna, quel ragazzaccio intelligente di Nikki Sixx me l'ha ricordato.
Sono 68, e scolpisco queste cifre così preziose per me. Come se ci rispecchiassimo, noi creature così diverse.
Ma in questo mondo così serio, che diventa ridicolo, sai quanto ho bisogno delle tue sagge farse.
Buon compleanno, Alice Cooper. E continua, ti prego, a rassicurarmi che siamo una specie seria, una specie con un cuore.
Sono 68, e scolpisco queste cifre così preziose per me. Come se ci rispecchiassimo, noi creature così diverse.
Ma in questo mondo così serio, che diventa ridicolo, sai quanto ho bisogno delle tue sagge farse.
Buon compleanno, Alice Cooper. E continua, ti prego, a rassicurarmi che siamo una specie seria, una specie con un cuore.
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Notte e quando sbagli (puoi rinascere)
Se ti sei chiesta troppo, se ciò che sembrava fondamentale poteva essere messo da parte. Se non dovevi chiedertelo, se sapevi che non dovevi dare di più.
All'inizio ti tormenti, quando sbagli. Ma il momento più bello è quando ti dici: be', ho sbagliato. E forse sono stati buoni con me, lassù, e hanno scongiurato un dramma peggiore. Basta tremare.
Allora, senti quella pace, che non è incoscienza. Che porti nel cuore per riprendere la strada.
Notte e quando sbagli (puoi rinascere).
All'inizio ti tormenti, quando sbagli. Ma il momento più bello è quando ti dici: be', ho sbagliato. E forse sono stati buoni con me, lassù, e hanno scongiurato un dramma peggiore. Basta tremare.
Allora, senti quella pace, che non è incoscienza. Che porti nel cuore per riprendere la strada.
Notte e quando sbagli (puoi rinascere).
La macchina da scrivere
L'esame di giornalismo, questo non l'avevo mai sognato. Al massimo una volta la maturità.
Ma questo sogno è spettacolare perché vengo inchiodata a un test preliminare, durissimo. Bisogna superare l'abilitazione all'uso della macchina da scrivere. E' talmente fuori dal tempo, l'operazione, che non ci sono neanche fogli, e mi tocca infilare dentro un pezzetto di carta recuperato chissà dove, persino un po' spiegazzato.
Il commissario guarda con benevolenza: forse la missione impossibile iniziava da qui. Poi, il suo sguardo non mi sembra più amico e cerco di farmi forza. Finché penso: cribbio se fallisco l'abilitazione alla macchina da scrivere, io figlia di campionessa dattilografa, mia madre non mi parlerà più. Mi aggrappo a quei tasti consumati per tanti anni, ma ora dimenticati.
Siamo solo la macchina da scrivere e io. Abbiamo chiuso fuori il mondo. O forse è il contrario?
Ma questo sogno è spettacolare perché vengo inchiodata a un test preliminare, durissimo. Bisogna superare l'abilitazione all'uso della macchina da scrivere. E' talmente fuori dal tempo, l'operazione, che non ci sono neanche fogli, e mi tocca infilare dentro un pezzetto di carta recuperato chissà dove, persino un po' spiegazzato.
Il commissario guarda con benevolenza: forse la missione impossibile iniziava da qui. Poi, il suo sguardo non mi sembra più amico e cerco di farmi forza. Finché penso: cribbio se fallisco l'abilitazione alla macchina da scrivere, io figlia di campionessa dattilografa, mia madre non mi parlerà più. Mi aggrappo a quei tasti consumati per tanti anni, ma ora dimenticati.
Siamo solo la macchina da scrivere e io. Abbiamo chiuso fuori il mondo. O forse è il contrario?
mercoledì 3 febbraio 2016
Se taci anche tu
Avevi tanto da dire, sbraitare, hai cavalcato strade e campi con la tua forza e la tua voce.
Ferite e paure hanno accompagnato il tuo grido, anche se molti ammiratori hai riscosso.
Ora taci, o semplicemente stai correndo felice altrove.
Se taci anche tu, vento, perché non riusciamo a fare silenzio?
Notte e saremmo sottosopra
Questo vento ci ha scompigliato di tutto. Dopo lo slalom per strada, ascolto il tintinnio dei venti e ripenso a quanto sia sottosopra questo mondo.
Dopo la primavera innaturale, un'estate che non ci dev'essere. E quella grandine che forse si era montata la testa e pensava di poter essere neve.
Tutto è sottosopra, quasi quanto noi. Se solo non provassimo un vago senso di riconoscenza verso chi ci ama al punto da proteggerci, anche questa sera.
Notte e saremmo sottosopra (ma siamo troppo grati).
Dopo la primavera innaturale, un'estate che non ci dev'essere. E quella grandine che forse si era montata la testa e pensava di poter essere neve.
Tutto è sottosopra, quasi quanto noi. Se solo non provassimo un vago senso di riconoscenza verso chi ci ama al punto da proteggerci, anche questa sera.
Notte e saremmo sottosopra (ma siamo troppo grati).
Lo so che ce la farò
Lo so che ce la farò.
Lo so, che ce la faremo.
Perché se non ce la facessi anche tu, non ce la farei affatto.
Lo so, che ce la faremo.
Perché se non ce la facessi anche tu, non ce la farei affatto.
Perché ci siamo
In pace, pur nella bufera, perché ci sei tu.
E tu, perché ci sono io.
Soffia il vento, senza spaventarci: come un buffetto malandrino. Perché ci siamo.
E tu, perché ci sono io.
Soffia il vento, senza spaventarci: come un buffetto malandrino. Perché ci siamo.
martedì 2 febbraio 2016
Applausi - canzone per il giorno
Gli applausi non mancheranno mai, quando sei al top, anche quando fai la mossa perfetta social, quando canti all'ultima moda.
Ma quel suono finisce così presto. E se hai voglia di ascoltare, ti rendi conto del vuoto. Può essere un'unica persona o cento, che hai calpestato, ma sentirai che non c'è.
Applausi, goderseli, perché sono tutto ciò che ci sarà.
Cantare, è un'altra cosa. Come amare.
Gente attorno a me... Cantare perché.
Applausi, Camaleonti, canzone per il giorno.
Ci sono cascata (nella sicurezza)
Ci vogliono alcuni minuti prima di capire: ci sono cascata. Una persona mi replica con una certezza, su un caso che nemmeno mi importa molto. E io zac, la esibisco anche con maggiore forza. Mi scappa un "certo": roba da brivido.
E quando me ne rendo conto, vorrei cancellarlo. Vorrei chiedere scusa, anche se non ho insultato nessuno e continuo a non condividere il suo giudizio lapidario: solo che non vorrei non farmi capire e peggiorare tutto scatenando un botta e risposta.
Il suo giudizio lapidario.
Che diritto ho, di esibire il mio?
E quando me ne rendo conto, vorrei cancellarlo. Vorrei chiedere scusa, anche se non ho insultato nessuno e continuo a non condividere il suo giudizio lapidario: solo che non vorrei non farmi capire e peggiorare tutto scatenando un botta e risposta.
Il suo giudizio lapidario.
Che diritto ho, di esibire il mio?
Notte e sono libera
Sai perché riesco a uscire dal buio e dalla stanchezza? Sento un guizzo, sotto la notte, quando meno me l'aspetto.
Ho vagato tanto, e non perché volevo. Adesso perché dovrei sentirmi bene?
Perché sono libera.
Notte e sono libera.
Ho vagato tanto, e non perché volevo. Adesso perché dovrei sentirmi bene?
Perché sono libera.
Notte e sono libera.
Dialoghi reali - camomilla?
- Per caso vuoi della camomilla?
- No, intenzionalmente vorrei whisky.
Buona notte
È normale insultare quando
È normale insultare gli altri e fare a pezzi le idee altrui. Quando non si è convinti veramente delle proprie.
lunedì 1 febbraio 2016
Solo una luce
Si accende una luce, in un luogo caro o sconosciuto.
E ci sentiamo meno soli. Come se quella luce aspettasse soltanto noi per mostrare il suo sorriso compassionevole. Amica in un buio che va oltre la notte.
Notte e cullando i più piccoli
Un piccolo abbandonato non ce l'ha fatta. L'altro, verso una nuova vita. Un altro bimbo è nato da una mamma martoriata: la nuova vita più forte della violenza. Non conosceremo mai i volti di quei bambini, che hanno incontrato la fine tra le fiamme delle loro capanne. E di tanti piccini non sappiamo nulla, finché non arriva l'ordine di scuderia via social: commuoviamoci.
Come spesso accade, vorrei strappare i fogli con queste e altre noizie. Ma il pc, non si può strappare. Neanche la voce esce, di fronte a tutto questo dolore che infliggiamo, con le mani, con le armi, con l'indifferenza.
Vorrei solo cullarvi, piccoli. Ma sono troppo distante e ignava.
Gli angeli, lo faranno. Lo fanno già. E forse avranno pietà persino di noi.
Notte e cullando i più piccoli.
Come spesso accade, vorrei strappare i fogli con queste e altre noizie. Ma il pc, non si può strappare. Neanche la voce esce, di fronte a tutto questo dolore che infliggiamo, con le mani, con le armi, con l'indifferenza.
Vorrei solo cullarvi, piccoli. Ma sono troppo distante e ignava.
Gli angeli, lo faranno. Lo fanno già. E forse avranno pietà persino di noi.
Notte e cullando i più piccoli.
Mi basta respirare la valle
Quando scendo tra le tue braccia, io vengo invasa dal profumo d'erba. E non c'entra l'inverno anomalo.
Mi basta lambire il paese e già sono nell'orto del nonno. Accarezziamo le erbe profumate, gli ortaggi e ridiamo perché nessuno capisce. Scendo dai tornanti, dove il pullman di mamma ragazzina incespicò per la neve.
Ma io, non ho paura. Le vecchie fabbriche si sgretolano e il nonno si sottrae come allora al furto di massa: non gli importa, non vuole unirsi e portare via i beni abbandonati dai tedeschi. Conta essere onesti, anche quando ti dicono che esageri.
Frammenti di ferrovia e risalgo dove nacque la nonna. Ogni aneddoto si lascia cullare, mentre sfioro la piazza più bella. E quando scendiamo nella vallata, di nuovo, mi stupisco di come flirtino natura e tremanti capannoni.
Non so chi trema di più.
Ma mi basta respirare la valle.
So che mentre torno, devo scegliere la strada più tortuosa, quella che temevo di fare, quella della valle. Ma è lei che porta dritto al cuore.
Mi basta lambire il paese e già sono nell'orto del nonno. Accarezziamo le erbe profumate, gli ortaggi e ridiamo perché nessuno capisce. Scendo dai tornanti, dove il pullman di mamma ragazzina incespicò per la neve.
Ma io, non ho paura. Le vecchie fabbriche si sgretolano e il nonno si sottrae come allora al furto di massa: non gli importa, non vuole unirsi e portare via i beni abbandonati dai tedeschi. Conta essere onesti, anche quando ti dicono che esageri.
Frammenti di ferrovia e risalgo dove nacque la nonna. Ogni aneddoto si lascia cullare, mentre sfioro la piazza più bella. E quando scendiamo nella vallata, di nuovo, mi stupisco di come flirtino natura e tremanti capannoni.
Non so chi trema di più.
Ma mi basta respirare la valle.
So che mentre torno, devo scegliere la strada più tortuosa, quella che temevo di fare, quella della valle. Ma è lei che porta dritto al cuore.
I fiumi
Un tempo ci mettevamo vicino ai fiumi per vivere. Poi per calpestarli.
Oggi dove, come stiamo? Forse persino peggio di loro.
Oggi dove, come stiamo? Forse persino peggio di loro.
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