Devo raggiungere un indirizzo che a naso so trovarsi nella mia zona, ma non ho idea di dove sia con precisione. Mi affido a lui, il principe navigatore, che ultimamente è stato piuttosto paziente.
Clicco e scopro che ci metterò più di dieci minuti. Mi stupisco perché non credevo che questa fosse una metropoli e mi trovo a esplorare un'area misconosciuta, persino un po' perigliosa tra svolte improvvise e buche.
Primo round, ok. Quando esco dalla casa, decido che non inserirò il navigatore perché sono troppo immersa in riflessioni ed emozioni. In qualche modo, me la caverò. Svolto a destra e mi trovo in una delle vie più familiari, che a volerla seguire con una certa diligenza conduce dritta a casa.
Mi stupisco, la meta dietro l'angolo e io a girovagare per dare retta a un dispositivo meccanico.
La meta è spesso dietro l'angolo: primo passo, non affidarsi a meccanismi fuori da noi e alle false sicurezze. O forse non c'è una regola, se non mettersi in viaggio, ancora.
Notte e la meta dietro l'angolo.
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