Quando il Natale cominciava ad annoiare una ragazzina stupidamente sazia, io venivo da te e il tuo sorriso mi illuminava. Ti piacevano i pacchetti, soprattutto rossi. Tant’è che ancora adesso cerco di portarti fiori di quel colore.
Tu eri la cugina di mio padre, una ragazza speciale. Solo a poco a poco ho capito la ragione più profonda.
Perché per me rendevi speciale un momento, un gesto, un pacchetto, un sorriso. Tu scoperchiavi il senso delle cose e io rimanevo a guardarle, ignara.
Franchina, non perché tu fossi piccola, ma perché eri una creatura che trovavi gioia nelle piccole cose.
Ti penso ogni giorno e oggi che sui social corrono i messaggi sulla Giornata della Sindrome di Down, io so che ti sono grata. Come ogni giorno.
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