Afferro quello che posso, perché in questo periodo ho un braccio fuori servizio e mi devo arrangiare. Solo che l'ultima volta che ero passata di qui, il mio braccio funzionava ancora. Allora, distratta, non taro sulla mia nuova condizione gli acquisti.
Quando arrivo a una cassa vuota, il mio sollievo è momentaneo. Mi rendo conto che avrò vita difficile a infilare i prodotti nei sacchetti, per non parlare poi di quando dovrò trasportarli in auto, ma se li organizzassi bene potrei farcela. L'ansia sgomita, vedendo che stanno giungendo altri clienti.
Mi rivolgo alla cassiera: "Mi scusi, ci metto un po', ma è che sono infortunata e posso usare un braccio solo".
Lei, che lavora il giorno di festa, mi sorride e mi dice: "Non si preoccupi, l'aiuto io". Si rende conto presto anche che ho un sacchetto in meno: io di solito il pacchetto lo portavo a parte, ma in questo caso non ce la farei.
Anche se ho già pagato, estrae un terzo sacchetto: "Le sistemo io questo, non si preoccupi. Neanche della gente. Aspetterà".
Grata e ben disposta alla commozione di fronte al suo aiuto, guardo il cartellino per ringraziarla. E lì vacillo di più.
- Grazie, Carla. Lei ha il nome di mia mamma. E di un'amica cara.
Il suo sorriso si apre mentre dice: "Ma io non ho fatto nulla".
- Il suo nulla, per me, oggi è stato molto.
Un gesto da nulla, quando devi sempre dare tutto.
La sensibilità trionfa, anche alla cassa, quando è spontaneità!
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