La musica, quella folle e sincera. Oggi passo due volte alla Scala in momenti così diversi.
Il primo è per il racconto di sei anni di bilancio della Fondazione Cariplo. Bilancio suona male - per restare in tema - a una filosofa come me. Preferisco la loro espressione: insieme. Quando ascolto Guzzetti e le altre persone che hanno incarnato questa sfida buona, vedo le mie mani tristemente pulite di azioni.
Ma poi la musica mi consola, mi spiega: ancora posso cambiare questo ritmo e fare del bene. Lo
Sussurrano ke Voci bianche, poi il coro di San Vittore con gli artisti della Scala. Va, pensiero: racconta tutte le prigionie che dobbiamo scardinare prima di tutto dentro di noi.
La sera, il concerto del Salone del Mobile. Questa volta sento che potrei toccare gli strumenti.Rossini comincia a spiegarmi che devo correre dappertutto, ma ora sono lì, da lui. E forse il nonno Giannino sorride, da qualche parte.
Fermati e ascolta.
Io sono ottusa, ma quando anche la musica ti spiega, rischio persino io dimimparrr: la Vita, prima di tutto.
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