Leggera leggera. In un orto coltivato da un custode gentile, resto in silenzio tra i colori. Guardo il saggio che lo coltiva per donare e capisco cosa devo fare.
Faccio scivolare via tutto ciò che mi grava sui movimenti. Ruoli, funzioni, furbizie, selfie senz’anima. Li guardo a terra, mentre non si muovono più.
Io sì, cammino. Non so come sia possibile, in quest’afa dell’anima.
Forse seguo le orme del custode gentile, la sua ombra fresca che si muove nell’orto.
Leggeri, si può diventare.
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