Sul viale stiamo procedendo a zigzag, per cogliere meglio le lusinghe del sole, finché piomba lì un'ambulanza.
Apre le portiere a ridosso di una cancellata e noi non scorgiamo vie di fuga. Lasciamo che i barellieri si spostino e con mestizia ci insinuiamo nel varco sul marciapiede con la testa bassa, finché capiamo che non stanno portando via nessuno, per fortuna; casomai lo stanno portando a casa.
Un figlio felice aspetta l'anziano: i sorrisi si vedono meglio, con la mascherina perché ci si concentra, scherziamo ma non troppo. Sentiamo la voce sovracarica di gioia: «Hai visto, sei tornato a casa».
È una frase così bella e semplice, da posare sui pensieri di tutti. Hai visto, sei tornato a casa: adesso non crucciarti. Quei sorrisi pervadono l'aria e noi sappiamo che dietro quella realtà c'è molto di ciascuno di noi.
Anch'io, sono tornata a casa.
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