L’acqua confonde i tratti ed esalta i colori: sento lo scroscio fuori e mi spinge indietro, verso un viaggio in treno. Fuori, il mondo correva in preda a una frenesia di bellezza: tentava di imprimersi dentro, l’ombra della vita in carrozza.
Andavo a Roma, libera da far paura. E infatti di paura, ne ho sempre un po’ avuta, quando la felicità mi chiamava a voce alta.
Che strilli a fare?
Adesso sono nel mattino ancora rabbuiato, ma la pioggia mi racconta storie dietro la persiana. Sto ad ascoltarla senza aprirle: mi basta la sua voce.
Mondi paralleli, nel tempo e nello spazio. Io qui imprigionata, con una sensazione di libertà che si possa sulla mia pelle.
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