sabato 7 agosto 2021

Tornare all'opera (freno al timor)

All'Arena di Verona un gesto normale e appassionato come respirare la lirica diventa (anche) una metafora. Grazie a un Nabucco che viaggia nel tempo con un'umanità lacerata eppure capace di vedere un filo di luce diventare sempre più forte

Tornare all’opera: quest’immagine si schiude sotto il cielo di Verona che dipinge un tramonto lieve per concedersi subito l’abbraccio della sera. L’Arena che non ha paura di scendere nel grigio soffocante di un’epoca dall’umanità perduta per far vibrare con il Nabucco, è il posto più naturale dove farlo.

Un gesto normale e appassionato

È la lirica, sì, è anche l’opera in senso più ampio quello che si prova a entrare qui. È sentirsi vivi, con un gesto normale e appassionato come sedersi e aggrapparsi a voci, note, scenografie, movimenti. 

Ci si può adombrare che normale non è ancora: capitiamo proprio il 6 agosto, giorno carico di novità a partire dal Green Pass. Poche ore prima, riceviamo una nota dettagliata su come occorre comportarsi dalla Fondazione, compresa l’opportunità di un congruo anticipo. Dialogo su Messenger per altri ragguagli, mi organizzo sul parcheggio come non abbiamo fatto mai. Se ripenso ad altre meravigliose incursioni all’Arena nel tempo, non mi ponevo il minimo aspetto organizzativo.

Ma ciò non toglie nulla all’esperienza, anzi è come un valore aggiunto. Vogliamo tornare all’opera, ne abbiamo bisogno, metabolizziamo con stile anche l’immancabile intoppo in autostrada e riusciamo ad arrivare con un anticipo dignitoso. In una manciata di minuti, superiamo sia i controlli del Green Pass e della temperatura, sia quelli del biglietto. Saremo in una posizione fortunata, ma non facciamo la minima coda. Mangiamo qualcosa al bar dell’Arena, per ingannare attesa ed emozione e ci togliamo qualche dubbio operativo sugli intervalli con un giovane dello staff, il suo sorriso che rende tutto più chiaro.

Sì, c'è la mascherina Ffp2 da indossare e questo all'inizio pesa, come la distanza da tenere tra di noi; si intrufola per un attimo il cattivo umore, scorgi chi cerca di abbassare il dispositivo di protezione o di dribblare un'altra regola, ma rapidamente ogni tentazione di pesantezza sfuma. Così, sei libero.

L'amico tardivo

C’è Verdi, quest’amico tardivo della mia vita

Ripercorro le sensazioni dell’ultima opera, qualche mese prima della pandemia, a Busseto: l’Aida, che spalancava il piccolo teatro in un mondo immenso e anche per evitare la tentazione di confronti fra due ambienti imparagonabili abbiamo scelto di non viverla qui. 

Il Nabucco, allora, perché i tempi sono così oscuri, eppure alla fine ci sarà un raggio di luce che si spanderà. Anche se questa rappresentazione è ancora più dolorosa, calata nella Shoah, in un dramma che non ha la minima possibilità di essere lenito dalla lontananza nei secoli: è qui, dietro l’angolo dell’abisso dell’umanità, in quel Novecento allucinato dalle sue contraddizioni. 

Freno al timor: quel verso che all’inizio sembra vano, poi diventa un compagno cortese che scorta fuori dall’Arena. 

La piazza è in fibrillazione gentile, ci fermiamo a un caffè e ci sembra di essere in un regno dorato dove restereremmo la notte intera.

Siamo tornati all’opera, umanità tremante, scombussolata e strappata alla sua terra, alle sue certezze, ai suoi sentimenti. Ma con un filo di luce, di fede che la spinge a guardare oltre lo squarcio cupo.
Come quel coro, che si sistema accanto al palcoscenico - una macchia scura che si inerpica lungo la gradinata - e all'inizio quasi non te ne accorgi: lo diresti defilato, finché la sua voce entra in scena e lo senti, che è più protagonista che mai con la sua potenza gentile. E anche un po' tu. 
 
6 agosto

Nabucco collaborazione con il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah e con il patrocinio del Ministero della cultura 

Nabucco | Luca Salsi

Ismaele | Samuele Simoncini Tenore

Zaccaria | Michele Pertusi
Abigaille | Anna Pirozzi Soprano
Fenena | Annalisa Stroppa
Il Gran Sacerdote Di Belo | Romano Dal Zovo
Abdallo | Carlo Bosi
Anna | Elisabetta Zizzo
Direttore d’orchestra | Daniel Oren
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici dell’Arena di Verona.
Nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona.
Video design e scenografie digitali D-WOK

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