La vita vissuta in dialetto. Nella magnifica serata organizzata dall'associazione In tra da nögn, Ginetto Grilli suggestiona e garantisce momenti di ilarità intesi,da cui si impara qualcosa.
Una su tutto: questo, proprio, tutti veniva vissuto dai nostri avi così, in dialetto. Oggi noi lo farfugliamo, se va bene, lo ascoltiamo volentieri, di solito dopo i quaranta, ma come si fa a rompere questa barriera che abbiamo creato?
Bisogna viverla, la vita in dialetto. E tramandarsi le storie così, cambiandole anche qualche volta, perché i dettagli sfuggono alla memoria nonostante il saldo esercizio. San Cirillo che arriva a Sacconago, perché anche il borgo reclama le reliquie: ascoltate questa storia che Ginetto narra sempre e sempre si rinnova.
C'è tutto, in questa serata. La capacità di stare insieme, di analizzare il sacro rito della schiscetta con Luigi Giavini, di gridare sulla carta un "forza Giorgio" animatore di spirito e di apprendere una buona notizia, un fiocco rosa che riguarda altri due amici.
Toh, quasi quasi lo stiamo vivendo davvero, questo nostro dialetto che ha parole non misteriose, ma così conosciute, più di altre, che ti solleticano qualcosa dentro prima che tu razionalizzi così.
Questa vita vissuta in dialetto, se volete la salviamo. C'è persino una orazione finale.
O Signui, métighi ti chèl ca a manca.
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