venerdì 21 marzo 2014

Le chiavi della consolazione

Con solenne dichiarazione di sincerità, ringrazio una persona che se mi legge sobbalzerà. Per ogni comportamento, si cerca uno specchio, che ce ne accorgiamo o no.

Io ho questo imbarazzante problema con le chiavi e solo lui mi capisce, tanto che in queste ore l'ho anche ringraziato a voce. Memore di sue analoghe vicissitudini.

Mettile sempre nello stesso posto. Bla bla, lo so. Ma a volte mi scivolano fuori e allora vengo colta da quel famoso dubbio: quasi quasi le metto in un posto più sicuro. Solo che passeranno minuti, se non ore, per individuare il luogo capace di diventare un riferimento sicuro.

Lui mi capisce. Così una sera lo raggiungo e gli spiego: ci ho messo cinque minuti a trovare le chiavi, tu mi capisci. Risposta serena e paziente. Al che rincaro la dose con un racconto: questa mattina sono stata punita, perché ho ringhiato contro i genitori che vengono a ritirare i preziosi figli quasi maggiorenni fin sotto al garage e così tre secondi dopo non mi ricordavo dove avevo messo  la tessera di ingresso.

Annuisce, con la stessa pazienza. E io mi allontano, finché non ti sento dire sottovoce: cavolo, dove avrò messo la tesserina?

Grazie, grazie, grazie, perché mi capisci.

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