giovedì 13 agosto 2020

L'opera più mirabile - ricostruire con Leonardo

  

Il cielo capovolge la sua incertezza sul mio primo ritorno reale a Milano e si schiarisce. Il Ritorno, non solo perché l’ultima volta è stata una toccata e fuga per saltare su un altro treno. No, è perché dovevo recuperare un senso, un frammento di vita di quelli che ti tremano tra le mani. Al Cenacolo Vinciano.

 

La visita mi chiamava da quasi sei mesi, la volevo con tutte le mie forze, anche a costo di strappare  gli scenari traboccanti di natura per le vacanze. 

 

A fine febbraio, quando fu indicata la prima chiusura, mi ero così illusa (perché adesso non sono ancora capace di dire “avevo sperato”) che si trattasse di un provvedimento lampo, tanto da aver provveduto celermente ad acquistare un biglietto per il 18 marzo. Due settimane e tutto tornerà come prima: io voglio ripartire da lì. Da tempo ero assente, contemplavo le file fuori mentre sfrecciavo nelle mie incombenze milanesi. Adesso sapevo che avevo bisogno di qualcosa di prezioso, irrinunciabile e dovevo assolutamente provare ad accedervi. Che dopo tanto correre avevo bisogno di fermarmi e respirare.


Invece, il nostro mondo si è chiuso.

 

Tutto è sfumato, come rischia di fare un’opera, la tua opera più mirabile forse. Quella su cui hai osato tanto, anche una tecnica che si è rivelata fragile in quel contesto. E se è rimasto, tenacemente, il Cenacolo, è per l’impegno di tanti, o meglio di non è questione di quantità: è perché gli uomini l’hanno protetto, insieme, anche da se stessi. 


Ho deciso di vederlo e viverlo oggi, il Cenacolo, 13 agosto 2020 e non mi rammentavo di essere in prossimità di una data tanto tremenda, di una minaccia spaventosa: il bombardamento che scosse Milano, Santa Maria delle Grazie e mise in pericolo quest’opera, tra il 15 e il 16 agosto 1943. 

 

Coincidenze, che ora mi accompagnano silenziosamente.  Mentre aspetto, un domenicano esce dalla chiesa e saluta una milanese dall’eleganza espressa sottovoce, poi un’altra donna dagli occhi sorridenti e che lasciano intravedere una mattina di rallentate commissioni. L’attesa vive dei timidi movimenti agostani della città, intrecci di presenze e assenze.

 

Quando l’ultima porta si richiude e si può varcare la soglia del Cenacolo, l’istinto sarebbe di inginocchiarmi. Per la scena che rappresenta e per gratitudine, perché qualcosa di più ampio sta avvolgendo questo momento.

 

Resto un po’ in disparte, lascio che gli sguardi altrui fissino i particolari anche per me. Sono una giornalista, mi rammento, e devo scattare delle foto, ma sono titubante. Più commovente del Cenacolo, c’è la scena intera: quelle persone che stanno ammirando il capolavoro, ciascuna con una propria riconoscenza.

 

Così, Leonardo, lo scorso anno ho attraversato tanti momenti della Milano gloriosa per le celebrazioni dei 500 anni. Mi ricordo, in particolare, la tappa alla Conca dell’Incoronata, alla scoperta dei tuoi segreti profondi nell’acqua, in occasione del Salone del Mobile. Poi quella città che ho frequentato avidamente improvvisamente è stata sbilanciata, afferrata e gettata in un altro destino di silenzio e vuoto. Come altre, ma lì fa ancora più impressione, perché di solito Milano corre, accende la luce e la spegne, si fa inseguire come un’innamorata. Quella città ora prova a risvegliarsi, mette in moto i suoi cantieri, ma pochi passi ancora risuonano rispetto a ciò che erano.

 

Se ciò ci spiazza, a nostra volta, questa visita mi offre un equilibrio ritrovato

 

Dentro il Cenacolo c’è il senso. C’è la bellezza che sembra esposta al tempo con una fragilità ora irresistibile, perché è la nostra e ce la ricorda. L’opera più mirabile può rischiare di dissolversi, ma non è un destino ineluttabile, se c'è chi se ne prende cura, insieme. 


Si può fare qualcosa, sempre, provarci. E quando esco da quei quindici minuti senza tempo, sento che possiamo ricostruire insieme anche grazie a Leonardo: non tutto, non uguale. Ma le cose più mirabili e quelle che ancora ci chiedono di nascere. 

 


Per visitare il Cenacolo, per ripartire: il sito

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