Dal bosco al castello, Willy si trasferisce con naturalezza. Ogni istante sul lago Maggiore può volgere lo sguardo alla severa e affascinante Rocca di Angera, uno dei riferimenti tracciati dall'uomo. Poi, parlando di laghi nel romanzo, non si poteva non sconfinare in una delle terre di castelli per eccellenza, la Scozia.
Martedì 25 agosto alle 21.30 "Chi ha bisogno di Willy" viaggia con emozione, eppure con una sua naturalezza quindi verso il Castello di Novara. Ha pure una compagna d'eccezione, all'appuntamento organizzato dall'Atl di Novara nell'ambito dell'Estate Novarese, con Gino Attilio Timo: la musica. Oltre alle parole, saranno le note dei Mandolinisti Bustesi a raccontare una storia, che è un giallo e una fiaba, qualcosa che se toglie il respiro, vuole provare a dare speranza.
Anch'io accolgo con naturalezza questo incontro di musica e natura. Prima di tutto, perché questo blog - nato nella primavera di dieci anni fa, un po' per caso come per caso a volte si aprono i cassetti - ha proprio loro due al centro, dichiaratamente. Oltre a un terzo elemento, così immateriale eppure non meno vitale: i dubbi.
Musica, natura, dubbi. Anche questa definizione l'ho impostata un po' scherzosamente, tanto da essere davvero rivelatrice. Nel romanzo, ci sono tutti.
Ma la musica di martedì ha un significato ancora più speciale, perché mio padre mi ha fatto ascoltare fin da piccola quella dei Mandolinisti Bustesi, che sono anche un pezzo di famiglia.
Le cose così accadono, con naturalezza. Non vuol dire che non attraversino il dolore. Nel 2015, quando scrissi l'ultima parola (almeno della prima vita) di Willy, annotai anche uno strano post su Facebook.
Estate, di tutto.
L'ho rivisto per caso questa mattina, tra gli avvenimenti straordinari che il social dava la chance di annotare. Ne avevo indicato solo un altro, in precedenza: il referendum per l'indipendenza scozzese, che avevo seguito e raccontato.
Da 2015 non è stato tutto in discesa. Nel 2016 ho scritto un libro che mi ha cambiato la vita, perché se incontri un uomo profondamente buono, anche attraverso le voci degli altri, ti devi mettere in discussione. Quindi ho visto una farfalla volare via, io che pensavo di poterla conoscere e coccolare. Questi due accadimenti hanno contribuito a prendere la decisione più delicata della mia vita, che non ha capito quasi nessuno e mi viene da dire per fortuna.
Così è davvero tutta mia.
Solo mia, per me, per amare meglio la mia famiglia, per imparare, per provare a crescere, per cadere e risalire, in una parola: per vivere.
Mi è venuto persino un po' più di coraggio, qua e là. E "Chi ha bisogno di Willy" è nato da anche da questo. Io sono grata a Mursia per averci creduto, all'Atl di Novara per questa occasione e sono contenta di prendere per mano il misterioso Willy e portarlo in un castello, nella sua terra, nel suo Piemonte, a raccontarsi anche grazie alla musica.
Nessun commento:
Posta un commento