Arriviamo sospesi sul lago, tra nuvole create da un prestigiatore mai sazio della bellezza. Due germani reali giocano con la pioggia e ci fanno venire voglia di imitarli, ma non c'è tempo.
Ci sono gli amici da riabbracciare. Socchiudo gli occhi e frugo in questi anni strani come a cercare di capire da dove siano piovuti questi doni. Cioè, lo so bene, ma mi chiedo perché a proprio a me. Quella che a volte è una tentazione di lamentela, ora è un canto di riconoscenza.
Come una bambina, mi domando se io me lo sia meritato, ma il pensiero fugge via sul velo d'acqua e capisco che non starò ad ascoltare la risposta.
E ci ascoltiamo, ci commuoviamo, ridiamo e mettiamo in disordine con l'emozione i colori accesi in fondo al lago. Non c'è voglia di foto o altro che quasi saprebbe di bisogno di prove: le immagini che ci concediamo di catturare, sono da serbare nei luoghi più preziosi, nel cuore, non esposti.
La magia senza prove, quella che ti esplode dentro, mentre risali il lago. E dentro di te risuonano ancora le risate degli amici che ti sono scivolati addosso così, come questa pioggia che ha fretta d'estate.
Notte e la magia senza prove.
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