C'è voluto un po', mi è occorso arrivare fino a questa serata con Veltroni per condurci al film "Indizi di felicità".
C'è voluto un po' perché io capissi cos'era ciò che scorreva nella storia che mi raccontava Angelo un giorno di tante settimane fa. Un fiume in piena, irresistibile, quasi in contrasto con la tranquillità del lago a pochi metri da me. Avevano salvato e rimesso in piedi la loro vecchia azienda, ora tenevano le redini della rinascita nelle loro mani.
La felicità. Quella per cui non hai qualcosa, ma hai, meglio sei tutto. E non lo sei da solo. Che sei stanco, ma non svuotato, che non stai in piedi ma stai già volando.
Così stasera mentre mi allontano, accarezzando con un sorriso anche quel giorno caldissimo di 22 anni fa, quando Veltroni e io ci trovammo compagni d'esame di giornalismo a Roma, penso a quanto fossi felice a mia volta quel luglio. Perché ero arrivata a un traguardo, da dove ripartire.
Se si è felici, bisogna correre a raccontarlo a qualcuno. O forse correre ancora, e basta.
Notte e se si è felici.
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