giovedì 13 luglio 2017

Il piccolo sorriso e un mondo grande

Sulla pelle porto il disagio che incontro per strada, quello di mondi che non si sanno incontrare. Salgo sul treno che non è un'isola felice.

Un signore indiano mi chiede se Milano centrale sia la prossima, io lo rassicuro: deve aspettare ancora. Lui mi risponde con un sorriso rapido e io vago altrove con lo sguardo.

Una donna velata (da donna, non lo dico compiaciuta) con una figlioletta di sette, otto anni, si siede a fianco; in braccio ha una bimba di poche settimane, ne vedo solo la nuca.

Poi, nel mio girovagare a caccia di scorci meno solitari, scorgo il suo volto e gli occhi che mi fissano curiosi. Le rivolgo un sorriso un po' buffo e lei si scioglie in una risatella silenziosa, prima di nascondere il viso sulla spalla della mamma. Pochi secondi dopo, però, mi guarda ancora e alla mia smorfia ride, ride di nuovo felice.

Sarebbe già bello così. Ma poi mi accorgo che il visitatore dall'India sta ridendo senza rumore, e una fanciulla italiana in attesa di scendere non è meno allegra.

Il piccolo sorriso e un mondo grande: il mio minuscolo cuore trova ristoro.

Nessun commento:

Posta un commento