Mi capita di dover attraversare luoghi bui, dell'umanità e dell'anima, al che mi affido alla faccia di Marsiglia. Non una maschera, bensì i muscoli contratti che ho indossato nel doverla percorrere da sola una notte di tanti anni fa.
Persino il suo profumo sincero ora mi spaventava, il vecchio porto sogghignava, la metropolitana si chiudeva ai miei piedi e alla fermata del bus scoprii che il mezzo non passava: una ragazza si era seduta, solo per sentirsi più tranquilla in mia compagnia.
Ho piagnucolato un poco, come da copione, poi sono partita in quarta e ho viaggiato con il mio passo fin troppo deciso. La faccia di Marsiglia, ho messo, quella per cui ti devi difendere che tu ne abbia bisogno o no.
Ogni tanto la tiro fuori e non è che io superi tutti i pericoli. La indosso, senza tenerla troppo a lungo.
Ma almeno con la faccia di Marsiglia io per un po' vado e un profumo sincero si posa sulla mia risata quando me ne libero.
Notte e con la faccia di Marsiglia vado nella notte.
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