Scendo di corsa da una collina, pronta a sfidare una strada stretta e buia. Un cane nascosto dietro una cancellata mi fa un brutto scherzo e abbaia appena mi avvicino. Sobbalzo e sto pensando a come correre più forte, sotto quel cielo oscuro.
Ma una sbavatura lassù mi induce a fermarmi e scopro una luce più intensa delle altre. Sarà una casa piena di gioia o di abitudini, magari di mestizia, eppure emana un calore che illumina la mia strada.
C'è una luce - lo cantavano anche nel Rocky Horror, indubitabile testo di filosofia - lassù o laggiù, su una strada tenebrosa e nella vita di ciascuno.
Adesso l'auto è vicina e forse ho meno paura. Perché so che c'è una luce, sempre.
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