C'era un tempo in cui il mio angelo del rock mi teneva lontano dalle tentazioni, dalle derive pop. Difatti, sono rimasta immune da tante deviazioni: il cielo sia lodato.
Ma la fregatura è che quando metti su qualche anno - oltre che qualche chilo, ma questo non c'entra, allora - abbassi le difese. E tanta musica che non entrava in casa a quei bei tempi, ora si infila come un serpentello. Così ho accettato ad anni di distanza i Duran Duran, ad esempio, che paragonati a certe band d'oggi, mi sembrano quasi dei geni.
George Michael oltretutto mi era quasi simpatico, e mi piaceva il nome Wham. Poi viene Natale e ti sparano a ogni pié sospinto il tormentone Last Chrismas. Metto le note da parte e ragiono sul testo.
"Lo scorso Natale ti ho dato il mio cuore, ma il giorno dopo tu l'hai dato via. Quest'anno per salvarmi dalle lacrime, lo darò a qualcuno di speciale".
Questo scambio di cuori è peggio del gioco lanciato in tempo di crisi: la pepatencia dei regali. E poi giù con i piagnistei.
Ma dai, George è Natale...
E pensare che ritengo il 1984 il mio anno superfortunato. Si stava peggio quando si stava meglio.
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