domenica 14 dicembre 2014

La gentilezza e i capelli

Sono una bambina stanca di tanti maleducati. Non credo più ai principi, di qualsiasi colore, che dicano: signora, vada avanti lei. Ma questi davanti al treno, pure mi tagliano la strada. E tutti ti prendono dentro, nessuno mormora: mi scusi.

Questa non è Edimburgo. Sul treno mi sposto per lasciare più spazio confinante a due signori anziani, ma neanche da loro incasso incoraggiamento. Non volevo grazie, forse un sorriso di complicità.

E il viaggio non passa mai, perché quella davanti a me non si stacca dallo smartphone e ogni due parole dice "ca...". Avesse almeno l'attenuante dell'adolescenza.

Quando sto per gettare la spugna, si alza un signore, neanche giovanissimo, e terribilmente capellone. Chiede scusa alla sua compagna di viaggio, che  nemmeno urta.E sparge di grazie il corridoio, così gratuitamente.

La gentilezza e i capelli: vuoi vedere che sono collegati, scherza la mia anima rock.

Non come pensi tu, impeccabile attore fuori parte, che non sai mai mormorare: grazie. O scusi.

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