lunedì 29 dicembre 2014

Il cappello e la vera magia

Da tempo vagavo in cerca di un cappello, dopo aver perso quello preferito, in un luogo un po' meno amato. Come uno spiritello me l'avesse portato via, in una città fredda e scolpita nella pietra, trascinando anch'esso nell'incantesimo.

Ho trascorso anni senza, consolata da un altro cappello regalatomi da una persona speciale. Qui c'era la protezione dell'amore. Ma mi mancava molto quel cappello, che avevo acquistato in un angolo newyorchese tanti anni prima, eppure molti pensavano fosse russo, per la sua imponente barriera al freddo.

Finalmente l'ho trovato, dopo sguardi e sospiri vani davanti alle vetrine o alle bancarelle. E l'ho trovato in un luogo che non vende cappelli, anzi quelli sembrano quasi esserci finiti per caso. È accaduto in un giorno magico, con amici che guardano avanti e vedono sempre il Bene. L'ho indicato e l'ho portato via, via con me.

Ma è rimasto un raggio di quel desiderio di Bene del mio maestro e di ogni persona lì quel giorno: per questo, in barba a una lana caldissima, più caldo è quell'incantesimo che protegge i miei pensieri come la testona che li contiene.


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