domenica 6 agosto 2017

La scuola prestigiosa

Sto bevendo il caffè con una persona cara, che sul giornalismo ha provato a insegnarmi tanto. Sul campo, condividendo: oggi le parole ci rincorrono più numerose di trent'anni fa.

Ad un tratto, vedo che saluta con un cenno qualcuno, seduto con i suoi amici. Quando lo metto a fuoco meglio, gli sorrido. E quest'ultimo si alza e viene al nostro tavolo. Mi evoca il mondo delle forze dell'ordine che noi presidiavamo a vista, rompendo un po' ma con garbo e garbo ricevendo da persone come lui.

- vengo qui, perché è tanto tempo che non ti vedo!

Sì, dal giorno in cui andò in pensione. Forse, dieci anni fa. Un volto gentile, una voce che non si è mai innervosita, quando la cronista e il fotografo passavano o quando lei telefonava.

Io dico al mio amico che ho avuto occasione di frequentare con loro una scuola prestigiosa. Io, che ora ho riscoperto il piacere di studiare, sono grata di avere avuto insegnanti straordinari che non mi hanno dato alcun diploma da esibire.

Solo quello della scuola dell'umanità. Giorni sotto il sole o la pioggia di volti e storie, che non scambierei con nessun titolo del mondo.

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