Immersa nelle parole che si rincorrono e mi fanno perdere la strada, sento voci lontane. Sono di bimbe che giocano nel cortile. Avevo bisogno di una scusa per una fuga: ah, che bello quando nel nostro cortile ci trovavamo a giocare. Adesso è così vuoto, pochi bambini e separati da anni e abitudini differenti.
Ascolto i giochi e il vociare. Non ci posso credere, ora è in corso nascondino. Sì, ho sentito la parola smartphone, ma dev'essere deformazione da nuovo millennio.
Dopo un'ora, le voci mi sembrano alte. Ma non si stancano, queste bambine? Simpatiche, però una pausa… una piccola.Così magari ritrovo una parola che era corsa più lontano.
Due ore dopo. Sì, ma queste bimbe sono isteriche.E quella che vuole fare il capetto, poi? Gentilmente non hanno voglia di una merenda? Di una bibita?
Mi sento Scrooge, ma non posso negare di esultare a una sola frase che riecheggia ora: "Piove, scappiamo".
Pioggia strabenedetta, ma non per cattiveria. E' che da piccola mi assicuravano che il gioco è bello finché è breve.
Dieci minuti dopo urla a volontà, ancora. Guardo il balcone, già asciutto. Il gioco è breve, ma la pioggia di più. Quasi quasi vado a giocare a nascondino.
Notte e il gioco e la pioggia.
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