martedì 5 settembre 2017

A cosa servono le anticipazioni

Risalgo alla preistoria, ovvero ai tempi in cui mi rifiutai di ascoltare ciò che veniva dalla fonte autorevole, e unica, di Cossiga sulle sorti di Beautiful.

Adesso sono ricca di fonti, perché ho le anticipazioni. Da eremita della tv, seguo scarsamente queste profezie sulla soap: qualche volta, giusto per sentirmi giovane con il mantra "Ridge e Brooke" (accidenti a quest'ultima).

Ma cado vittima delle anticipazioni di "Tempesta d'amore". Che guardo anche meno, più che altro per il potere terapeutico.  D'estate, quando l'afa mi stordiva, già intravedere le sue salde e innevate montagne mi offriva sollievo. Poi qui sono tutti carini. Si innamorano, si cornificano, si ammazzano pure, ma se c'è da darsi del lei da una vita, si va avanti imperterriti.

- Lo sa che lei è un grandissimo cretino?

Vuoi mettere come suoni meglio, più garbato e dunque più convincente in questa rissosa epoca. Così guardo e scopro che l'amore congelato per mesi - anche se mi creava qualche turbamento nella sigla, vedere che per amarsi bisogna tirarsi i cuscini invece di baciarsi un po' più spesso - rischia di rimanere congelato davvero, per una tempesta di neve.

Solo che congelato è anche l'andamento della puntata, che si smuove meno del ghiaccio sulla baita. E nessuno arriva a salvarli; ah sì, qualcuno si sta svegliando. Mio Dio, sono così pallidi, ce la faranno poi?

Certo che ce la faranno, Marilena, ti ricordi le an-ti-ci-pa-zioni?

E se invece fossero una bufala? No, almeno le anticipazioni no. Ti danno inoppugnabile certezza. Anche di non gustarti la rivelazione del finale, di perderti quella trepidazione fino all'istante conclusivo, a essere fiscali. Ma come si fa a essere fiscali in mezzo a una "Tempesta d'amore"?

Nessun commento:

Posta un commento