Forse oggi i miei occhi hanno parlato ancora e li ho rimproverati. Ci ripenso, prima di chiuderli e lasciarli finalmente riposare con la mente.
Un tempo, ero fiera di quanto sapessero colpire e rivelare me stessa: buscai persino una nota sul registro per ribellione plateale attraverso lo sguardo. Adesso un pat pat sulla spalla e li congedo: non avete più il monopolio.
Perché ho imparato a parlare anche senza di loro. A dire: no grazie. Non sono d'accordo. Anche garbatamente: ma siamo fuori? Non è che debbano solo e sempre piovere le parole, tuttavia lo sguardo non può rubare loro lo spazio e approfittarsi della mia giovanile timidezza.
Ringrazio gli occhi per il loro fedele servizio in questi anni, ma ora darei spazio un po' anche alla voce, è il suo amabile turno. Sussurrare, declamare, pronunciare, urlare: coraggio, tocca a te.
Notte e parlavo con gli occhi.
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