In una giornata uggiosa, e non ancora alleviata dalla luna, mi arriva una telefonata. Di un amico e amico di mio padre. Così scopro un raggio di sole nel rispondere, ma ben presto mi rendo conto che non voleva chiamare me.
- Ciao, sono papà.
Briciole di secondi per dirgli, no, sono io. Ma poi colgo il magnifico errore che è.
Sono nove anni, tra pochi giorni, che non sento più una voce dirmi: ciao, sono papà.
Non ho più neanche bisogno di alzare lo sguardo, a cercare dietro la luna una piccola stella sorridente.
Notte e un magnifico errore.
Nessun commento:
Posta un commento