Mi trovo nella bizzarra situazione di invidiare me stessa, quando ero ragazza. E pensavo di essere una persona, guarda un po'.
Crescendo, ho incontrato parecchi tizi che pensavano di essere uomini e mi guardavano dall'alto in basso: che vorrà questa ragazza, questa donnicciola. Sarà la sensibilità (aiuto, quanti hanno sentenziato su di me che avrei scritto bene su una determinata storia, perché ho "sensibilità femminile") accentuata dagli anni, ma cavolo, ne incrocio ogni anno di più. Anche casi umani, di scarsa umanità, che pensando di essere più maschi cercano di farti sgambetti maldestri.
Ci sono non uomini che provano ad alzare la voce, a volte le mani. Quando capiscono di essere nullità, si ritirano in apparenza e cercano di farti fuori in altri modi (per fortuna, mi viene tristemente da dire). Con sotterfugi, con sorrisini blandi.
Quanti robot che si aggirano su questo pianeta, senza destare in me emozioni.
Quanti non uomini, su questa terra. Ma basta poco.
Perché compaiono uomini che meritano un sorriso, un grazie, persino un applauso. Perché non hanno bisogno di cercare di cancellarti, per dimostrare di esistere e già stiamo costruendo insieme.
Notte e a volte ci sono uomini.
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