Ciò che conosciamo a memoria, ci sfugge sempre un po'. Ieri sera ringrazio il Rocky Horror di avermi portata lontano ancora una volta, di avermi fatto ballare sul tetto della nostra cattiveria e di avermi ricordato due o tre capisaldi della nostra esistenza.
L'inossidabile, non sognarlo fallo: ok, è dentro anche il bigino dello show. E che siamo insetti che strisciano sulla terra, persi nel tempo e nel senso della vita pure, in questo periodo mi pare così sfacciato.
Ma una delle canzoni più belle, che ascolto malvolentieri di solito perché inizia a congedarmi da Frank-n-Furter è I'm going Home.
E tu lo senti, come canta lui che in fondo dappertutto accade la stessa cosa. Ti puoi sentire fuori nella pioggia. Ti racconti molte storie, scherzi e anche il sorriso è un esercizio doloroso di muscoli, come ha ricordato poco prima Frank, un vibrante Gary Tushaw.
Applausi ballando tra i ricordi, ridendo con Bisio, ma captando più che mai la serietà del messaggio.
Dappertutto, senti che devi andare a casa. Ancora.
Everywhere it's been the same, feeling
Like I'm outside in the rain
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