Non so quando qualcosa è cambiato. Forse quando alle prime ferite, il corpo usciva nel bosco finalmente insieme all'anima. Le prime a tendere la mano, le piante.
Molti anni dopo, mi hanno chiesto di scrivere la storia di Mafalda, alberello gettato nel fiume. Una fiaba che dalla natura prende respiro, che abbraccia il Lambro e ne segue il corso non geografico ma a caccia di un sogno.
Se lo realizzerà o no, si scoprirà leggendo.
Io grazie a Mafalda l'ho conquistato, un giorno convocata in una grande città a vedere un grattacielo: lo sguardo mi è stato subito rubato da una piantina dalla bellezza straordinaria, quella di dare vita.
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